14 Novembre 2006
Sviluppo e competitività: finita l’epoca degli interventi a pioggia. Puntare alla selettività. Lo dicono a Firenze amministratori pubblici, investitori e finanziatori.

Si sta svolgendo al Convitto della Calza di Firenze l’incontro “Le sfide della competitività”.

Sono stati poco fa presentati i risultati della ricerca sulle politiche e gli strumenti per lo sviluppo delle imprese realizzata da Met con il sostegno di Mps

Banca per l’Impresa. Tra i partecipanti, il presidente della regione Toscana Claudio Martini, il presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari

e di MPS Banca per l’Impresa Francesco Saverio Carpinelli.

Raffaele Brancati, presidente di Met, ha affrontato i due temi centrali della domanda e

dell’offerta delle politiche di sostegno alle imprese da parte delle istituzioni. Per Brancati, contrariamente a quanto si pensa, la domanda per la finanza

innovativa è molto alta sia in Toscana sia in Italia. Calano le risorse, ma la quantità di domanda è ancora elevata.
C’è il rischio che le risorse vengano

investite massicciamente in strumenti che non sono decisivi per le imprese. Quindi è necessaria più oculatezza e più selezione.

Dello stesso parere il

presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, per il quale è giunto il momento di non lavorare più con gli interventi a pioggia. “C’è bisogno di qualcosa di

più e di diverso. Noi regioni rispondiamo in modo meccanico e con scarsa selettività – ha detto Martini -. Dobbiamo cambiare, ma dobbiamo fare anche un fronte

comune”. Martini fa anche critiche alla politica: “C’è una visione da parte dei politici secondo i quali se devo scontentare Tizio o Caio non scelgo, ma do metà a

uno e metà all’altro. Anche se poi sono consapevole di non avere utilizzato al meglio le risorse. Questo deve cambiare. Ma la scarsa selettività c’è anche nelle

domande delle istituzionali territoriali, delle categorie industriali, delle università, delle banche. In alcuni casi, e penso ai piani di sviluppo territoriale,

la provincia riceve i progetti dei comuni e non fa altro che metterli in una lista e li spedisce così come li ha ricevuti alla Regione, senza alcuna selezione o

intervento”.

Per Francesco Saverio Carpinelli, presidente di Mps banca per l’impresa “Dopo anni di stagnazione si registrano i primi segnali di ripresa

anche in Toscana dovuti soprattutto all’esportazione. Molte aziende hanno risposto alla concorrenza internazionale puntando sulla riorganizzazione. Emerge in

particolare un gruppo di imprese di medie dimensioni e aziende leader all’interno dei distretti industriali. Anche in Toscana si sente l’esigenza di un

rinnovamento complessivo in tutti i settori dell’industria. E’ forte l’esigenza di un mercato più aperto ed efficiente. I migliori risultati in termini di

crescita e sviluppo sono riconducibili alle aziende con maggiore propensione all’uso degli strumenti finanziari. L’obiettivo verso cui puntare deve essere un

intenso programma di innovazione dei contenuti tecnologici soprattutto nei settori più tradizionali dell’industria. Gli interventi a sostegno delle imprese devono

essere mirati, semplici e facili da gestire”. Carpinelli annuncia anche che “Entro la fine dell’anno sarà completato il piano industriale di MPS Banca per

l’Impresa che diventerà sempre di più una banca al servizio delle aziende con un’offerta completa di servizi”.

Il presidente della Banca dei Monte dei

Paschi di Siena Giuseppe Mussari ritiene che “Siamo di fronte ad un anno che si chiude con una crescita, superiore alle attese. Ci troviamo in cima a un dosso: una

seria politica industriale può creare un’accelerazione virtuosa al sistema. In questi anni una parte del comparto industriale si è riorganizzata, accentuando la

differenza di dinamicità tra il settore privato e quello pubblico. Si rischia uno squilibrio. La banca può avere un ruolo centrale se aiuta a sviluppare la

specializzazione, la velocità per stare al passo con i tempi dell’economia e la vicinanza, intesa come capacità di collaborare e di svolgere una lettura attenta

della situazione.
MPS Banca per l’Impresa amplierà il suo perimetro d’azione aumentando la sua specializzazione, migliorando la quantità e la qualità

dell’offerta e della gestione delle risorse umane. E’ inevitabile il coinvolgimento della pubblica amministrazione: di fondamentale importanza sono i tempi, che

significano responsabilità, perché il livello di competitività che ancora manca all’Italia rispetto a paesi come la Spagna e l’Olanda è la certezza dei tempi di

svolgimento dei procedimenti amministrativi. Anche per questo motivo a Mps Banca per l’impresa saranno concentrate tutte le attività a sostegno delle aziende.

Giovanni Ricciardi, direttore generale di FidiToscana, punta l’accento sulla necessità di una attenta selezione dei progetti da finanziare a fronte della

diminuzione delle risorse. “La Toscana è una regione che usa bene le risorse pubbliche – dice Ricciardi – ma c’è ancora molto da fare. La Toscana è un esempio

virtuoso: ogni euro pubblico investito ha generato 5 euro di investimenti e tre euro di finanza. La capacità di usare il denaro nei progetti capaci di fare leva

sull’economia diventa fondamentale a fronte dei continuo tagli dei trasferimenti pubblici. Bisogna rispondere con la selezione, ma anche stimolando le imprese a

unirsi, consorziarsi, per finanziare progetti complessivi e non solo le singole aziende.

Il rapporto mostra una tendenza complessiva dei flussi relativi

all’offerta di interventi alle imprese in calo del 2,8% nel 2005. Occorre sottolineare che rispetto all’aggregato generale, gli interventi regionali in senso

stretto si sono mossi in controtendenza con una crescita del 7,3%, per il terzo anno consecutivo.
L’obiettivo di maggiore importanza per i policy maker

nell’allocazione dei flussi a livello nazionale è rappresentato dal sostegno generico agli investimenti fissi lordi senza particolari qualificazioni: un obiettivo

che registra un peso crescente rispetto all’anno scorso. Il secondo obiettivo per importanza è quello del sostegno all’innovazione e alla ricerca che assorbe

poco più del 20% delle erogazioni. Seguono il sostegno alle nuove imprese o early stage (5,1%) e alla competitività dei sistemi locali (6,6%). In ordine

decrescente si hanno poi il sostegno all’internazionalizzazione (3,3%) e quello per le situazioni di crisi aziendali (2,3%). In termini generali si può affermare

che gli interventi regionali presentino un’articolazione per obiettivo solo parzialmente sovrapposta a quella nazionale.

L’analisi della domanda ha

confermato difficoltà rilevate nell’esprimere una domanda ben definita da parte delle imprese. Le aziende più dinamiche non arrivano al 10% del totale, ma

rappresentano soggetti potenzialmente interessati a politiche per l’innovazione attuate anche atttraverso interventi sui servizi, sui centri di ricerca, sulla

logistica. La vera area critica per le politiche in esame è costituita da un insieme molto consistente di imprese dinamiche nei settori tipici di specializzazione,

pari a circa il 38% del totale. Un gruppo importante di aziende, il 40%, non rappresenta in alcun modo un target della politica per le imprese, in quanto poco

dinamiche e poco inclini ad ogni forma di cambiamento. Un ultimo gruppo (11,4%) è rappresentato da aziende con una forte domanda di infrastrutture. Si tratta di

imprese che presentano una domanda di interventi sul territorio di base, come strade, reti ferroviarie, opere di urbanizzazione, e rivolti alla logistica e alla

presenza di centri di servizi. Sono aziende che hanno introdotto innovazioni organizzative/gestionali/commerciali e hanno registrato negli ultimi tre anni un

andamento stabile del fatturato.

La giornata di incontri prosegue nel pomeriggio con una tavola rotonda dal titolo: “Fare sistema: quali iniziative per il

rilancio del sistema manifatturiero in Toscana”. Tra i partecipanti il presidente di Confindustria Toscana, Sergio Ceccuzzi, l’ Ad di Mps Banca per l’impresa

Marco Morelli, Il presidente della Lega delle cooperative della Toscana Giovanni Doddoli.