12 Dicembre 2007
Offline:Baghdad il festival del cinema iracheno

Per la prima volta in Italia un festival cinematografico che

racconta la settima arte vista con gli occhi dei registi iracheni: Offline:Baghdad (not just another film festival). Il programma della rassegna prevede anche tre

dibattiti dedicati alla realtà irachena con registi, giornalisti, fixer, scrittori ed esponenti di associazioni umanitarie. Tra i partecipanti Lorenzo Cremonesi,

inviato del Corriere della Sera e Michele Mezza, direttore di Rai International.

Offline:Baghdad (not just another film festival) è un festival

organizzato da Offline Events. E’ la prima rassegna cinematografica dedicata all’Iraq presentata in Italia. Il festival, patrocinato dalla provincia di Milano, è

realizzato in collaborazione con PeaceReporter e si tiene a Milano dal 13 al 16 dicembre presso lo Spazio8.

Lo scopo dell’iniziativa è dimostrare che

malgrado la disperazione prodotta dalla guerra esiste una realtà irachena fatta di piccoli gesti quotidiani di sopravvivenza che danno un diverso sapore e valore

alla vita e ai rapporti tra le persone.

Il Festival presenta le opere di tredici registi, la maggior parte delle quali proiettate in Europa per la prima

volta. Si tratta di pellicole girate tra il 2003 e il 2007 dai toni forti, fotogrammi che rivelano verità sconosciute perché per la prima volta senza filtri. In

programma anche una decina di episodi di documentari girati su internet dal nome “Hometown Baghdad”. I registi commenteranno i propri lavori partecipando a

dibattiti in coda alle proiezioni per confrontarsi e rispondere alle domande del pubblico.

Il primo dibattito si svolge venerdì 14 dicembre: “Lost in

Translation:lo spartiacque etico” punta l’attenzione sul ruolo dei fixer, giornalisti locali a cui spetta il lavoro “sporco”. Secondo le stime del Comitato per la

protezione dei giornalisti, sono 113 i reporter che hanno perso la vita in Iraq, 90 sono iracheni; 40 i collaboratori uccisi di cui 39 iracheni. Tra i partecipanti

Jassim Mohammad Abood Al Khafaji (fotografo, giornalista e fixer iracheno), Sameer Obaid Al Janabi (giornalista e autore iracheno), Annalena Di Giovanni

(giornalista di Left), Yahya Al Allaq (assistente alla regia di Mohammad Al Daradji nell’acclamato Ahlaam/Dreams). Modera Ornella Sangiovanni (Un ponte

per/Osservatorio Iraq).

Il secondo si tiene sabato 15 dicembre: “Limbo: il caso di Bilal Hussein” racconta la vicenda di Bilal Hussein, fotoreporter

dell’Associeted Press arrestato da Forze Armate statunitensi nell’aprile 2006, mentre si trovava a Ramadi, a un centinaio di chilometri a ovest di Baghdad. Per

l’esercito americano Bilal Hussein è un fiancheggiatore dei miliziani e per questo sarà processato. Tra i partecipanti Victor L. Simpson (capo dell’ufficio

italiano Associated Press), Anna Cataldi (scrittrice), Anthony Dworkin (direttore esecutivo del Crimes of War project), Ali Bader (scrittore e giornalista

iracheno). Modera Maso Notarianni (direttore di PeaceReporter).

Il 16 dicembre è la volta di “Crossing Falluja”: il dibattito offre l’occasione unica di

ascoltare testimonianze dirette di chi ha vissuto quanto accaduto nel novembre del 2004, quando l’esercito americano prese d’assedio Falluja. Un’intera città

rasa al suolo. Tra i partecipanti Mark Manning (regista e co-autore di Caught in the Crossfire: the Untold Story of Falluja), Massimo Giorno (membro del consiglio

nazionale di Amnesty International), Sigfrido Ranucci (giornalista Rai), Lorenzo Cremonesi (inviato del Corriere della Sera), Layth Abdul Amir (regista iracheno).

Modera Michele Mezza (docente universitario, direttore di Rai International).

Il programma della rassegna prevede per il 13 dicembre una serata di apertura

ad inviti, con l’intervento di Irma Dioli, assessora alla pace della Provincia di Milano e Alessandro d’Ansembourg. Nei giorni successivi per partecipare alle

proiezioni dei film, alle mostre fotografiche e alle discussioni aperte sarà necessario versare una quota associativa di dodici euro che consentirà l’ingresso a

tutta la manifestazione (cinque euro per la singola giornata).

Tra gli eventi speciali, sabato 15 dicembre, la presentazione del libro “Caravan to Baghdad”

di Karim Metref (presso il Cubo degli Atellani, Via della Moscova, Milano).

L’associazione Offline Events è nata a Damasco a giugno del 2007 con l’intento

di offrire spunti di riflessione e punti di vista su situazioni di cui si parla poco o solo attraverso il filtro di media. Offline:Baghdad è la prima applicazione

di questa formula, il frutto di un format che l’associazione vorrebbe riprodurre su altre zone del pianeta.

Gli sponsor che hanno supportato la

realizzazione del festival sono la sezione Italia di Amnesty International, Un ponte per, Milano Film Festival, Witness (associazione americana fondata da Peter

Gabriel), Santa Maddalena Foundation, Crimes of war, Cpj (Committee to Protect Journalists).