21 Maggio 2019
“Martini. Gli anni della formazione (1927-1962)”: i primi 35 anni del cardinale nel nuovo libro di Alberto Guasco

Milano, 21 maggio 2019 – La figura del cardinale Carlo Maria Martini negli anni compresi tra il 1927 e il 1962. E’ questo il focus del nuovo libro dello storico e ricercatore Alberto Guasco “Martini. Gli anni della formazione (1927-1962) edito da il Mulino. Un volume di spessore storico e culturale che nasce dalla ricerca “dell’oro delle origini” della sua giovinezza, attraverso lo studio di materiali inediti con l’obiettivo di raccontare aspetti della vita del cardinale finora tra i meno indagati e conosciuti nella letteratura dedicata alla sua figura. Lo spazio riservato fino ad oggi in opere e libri su quegli anni è infatti molto limitato e si fonda principalmente su una memoria orale di affermazioni dello stesso Martini negli anni successivi o talvolta della sorella Maria Stefania.

“Il percorso educativo e di studio, le letture, gli incontri fondamentali, aneddoti fino ad oggi sconosciuti e momenti di vita entro un contesto storico che scorre dal fascismo all’alba del centro-sinistra sono al centro di questo libro con il quale ho voluto mettere in luce e raccontare ai lettori i primi 35 anni dell’uomo che divenne poi il tanto amato cardinale alla guida dell’arcidiocesi di Milano per ventidue anni”, dice l’autore Alberto Guasco. “In questa indagine, volta a “smontare” i ricordi del cardinale e a “rimontarli” grazie all’ausilio della documentazione coeva e totalmente inedita, il lavoro negli archivi si è come sempre rivelato essenziale così come il supporto della Fondazione Carlo Maria Martini”.

Il libro percorre un itinerario di formazione svolto in seno a una facoltosa famiglia borghese nella Torino degli anni Venti-Quaranta dall’allora «Carluccio», insieme al fratello primogenito Francesco e alla sorella terzogenita Maria Stefania «Maris». È inoltre un percorso di formazione scolastica, che tra il 1936 e il 1944, anno di conseguimento della maturità classica, Martini trascorre all’Istituto Sociale di Torino, il rinomato collegio retto dai padri gesuiti. È qui che il futuro arcivescovo riceve un’educazione «all’onestà mentale», alla quale si sarebbe riferito molti anni dopo, ricordando non tanto «alcune lezioni in liceo, tenute da professori di greco e letteratura italiana» ma la loro capacità di far sentire «come la maggior conoscenza dell’umano porti alla intuizione della verità dell’uomo. E ci hanno davvero educato». Il valore della formazione emerge in modo rilevante soprattutto in riferimento alla storia di quegli anni e al giudizio riservato dal cardinale al fascismo: «mi rimase il ricordo di una grande pagliacciata, di molte parole e molti discorsi roboanti, privi di sostanza». L’itinerario della formazione religiosa di Martini matura all’interno della Compagnia di Gesù. È qui che, tra i nove e i dieci anni d’età nasce e matura «l’orientamento al sacerdozio nella Compagnia di Gesù», punto d’arrivo d’una formazione così compatta che «non ci furono praticamente altre ipotesi. Più tardi pensai anche ai padri salesiani, che erano molto conosciuti a Torino, ma la prima scintilla era costituita da tutto il filone dei gesuiti».

Una volta sostenuta la maturità classica, tra luglio e settembre 1944, Martini vive la propria rottura con il mondo degli affetti e dei legami famigliari ed entra nella Compagnia di Gesù, con l’inizio del suo periodo di formazione: il biennio di noviziato trascorso, tra il 1944 e il 1946, a Cuneo; il triennio di filosofia, tra il 1946 e il 1949, a Gallarate, e il quadriennio di teologia, tra il 1949 e il 1953, a Chieri dove il 13 luglio 1952 è consacrato prete dall’arcivescovo di Torino, il cardinale Maurilio Fossati. Nel 1954 parte alla volta di Roma verso il Pontificio istituto biblico. Qui si svolgono alcuni suoi incontri decisivi, alla scuola di esegeti di profonda cultura come Augustin Bea, Alberto Vaccari, Pietro Boccaccio, Eugenio Zolli, Robert North, e i più noti Maximilian Zerwick e Stanislas Lyonnet, ai quali si aggiungono negli anni Sessanta padri spirituali come René Arnou e Michel Ledrus.

Alla luce di questo grande lavoro di ricerca, come si potrebbe definire il Martini dei primi 35 anni di vita? “Sullo sfondo dell’importante periodo storico di quegli anni, semplificando all’estremo lo si può dire un figlio della Compagnia in transizione tra Vaticano I e Vaticano II dentro la chiesa in transizione tra Vaticano I e Vaticano II”, afferma Guasco  – “Oppure, per usare le sue parole, un uomo egli stesso in transizione da un sistema «molto organico, privo di fantasia e creatività» a uno nel quale «si sentiva vibrare una scioltezza, una libertà di parola, una capacità di penetrazione nuova» . Stratificando meglio questa osservazione, se si vuole anche scontata, Martini è in primo luogo e pienamente frutto della Compagnia restaurata”.

Riguardo ai materiali delle diverse case della provincia torinese (Istituto Sociale a Torino, casa San Tomaso a Cuneo e casa Sant’Antonio a Chieri) e veneto-milanese (a Gallarate), presso cui Martini è transitato nel corso degli anni in questione, sono stati pilastri irrinunciabili per la scrittura del libro l’archivio della famiglia Martini, quello dell’Istituto Sociale e quello dell’Istituto Aloisianum. Di pari importanza si sono rivelate le fonti conservate presso gli archivi romani della Compagnia di Gesù, del Pontificio istituto biblico e dell’Università Gregoriana. La combinazione della corrispondenza tra Carlo e i propri familiari e questo insieme di informazioni ha fornito al lavoro la sua struttura di fondo, su cui si sono ulteriormente inseriti gli elementi di storia orale emersi nella corrispondenza con lo stesso cardinal Martini (risalente al 2004) e con padre Giorgio Nardone e nei colloqui con Maria Stefania Martini e padre Francesco Rossi De Gasperis.

Alberto Guasco
Martini. Gli anni delle formazione (1927-1962)
il Mulino, pagg. 274, euro 23,00

Alberto Guasco insegna storia contemporanea alla Link Campus University di Roma. Specialista di Storia della Chiesa cattolica del Novecento, è autore, tra l’altro di Cattolici e fascisti. La Santa sede e la politica italiana all’alba del regime (1919 -1925) e “Le due Italie. Azionismo e qualunquismo (1943-1948)”.