27 Agosto 2007
Una 17esima edizione da record per il Festival LatinoAmericando. Sfiorato il milione di ingressi

Quasi un milione

di ingressi nelle 67 giornate del Festival LatinoAmericando che si è concluso il 26 agosto. Il successo risiede nella formula caratterizzata da grandi concerti e

ricche iniziative collaterali inserite nel contesto di un villaggio, ma è anche sinonimo di un progetto che guarda con attenzione all’integrazione tra la gente di

diversa provenienza e che rappresenta un allegro e autentico punto di incontro. Una realtà culturale e di integrazione che secondo il direttore del Festival

potrebbe essere osservata diversamente e coordinata insieme alle istituzioni lombarde.

Con lo straordinario concerto dei New York Salsa All Star, una

delle migliori jam session viste a Milano in questa stagione, si è conclusa ieri la diciassettesima edizione del Festival LatinoAmericando partita lo scorso 21

giugno. La manifestazione ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico sfiorando il milione di ingressi, un incremento del 15% rispetto al risultato

ragguardevole del 2006. E’ la conferma della validità di una formula che coniuga la migliore musica latinoamericana, in tutti i suoi generi interpretati da

artisti di livello internazionale, con le proposte culturali legate al continente, la gastronomia, l’artigianato e il ballo, che è la passione di moltissimi. Si

è rilevata vincente la scelta di allungare per la prima volta la durata oltre il tradizionale traguardo di Ferragosto, così come molto apprezzata l’iniziativa di

rendere libero l’ingresso alle donne al martedì, giorno in cui sono state presenti fino a 5000 signore!

E’ molto soddisfatto Juan Josè Fabiani, direttore

del Festival: “Il nostro villaggio ha rappresentato ancora una volta il punto di riferimento per i tanti appassionati del mondo latinoamericano, di qualsiasi

nazionalità, e per i tantissimi italiani che amano questi paesi e questa cultura, ma anche per tutti coloro che pur non conoscendo la musica latina, amano

l’atmosfera che si respira nelle magiche notti del Festival: insomma la nostra è davvero una manifestazione per tutti i gusti! Ricordo che il Festival è stato

aperto con una cerimonia andina di ringraziamento alla “Pacha Mama” (la Madre Terra), tenuta tradizionalmente per richiedere il buon auspicio: il responso dello

sciamano era stato positivo, proprio come si è rivelata questa edizione: vincente e fortunata!

Quest’anno la sfida era un calendario lungo e impegnativo

che rappresentasse al più alto livello tutti i generi della musica latina, capace di catalizzare l’attenzione del pubblico per oltre due mesi. Possiamo dire di

averla vinta. Anche ad agosto, quando Milano dava l’idea di svuotarsi, la sera ci siamo ritrovati con lunghissime code alle casse e con un pubblico numeroso e

entusiasta fino alle tre di notte!”

Sul palco del Festival si sono alternati i grandi nomi della musica latinoamericana come José Feliciano, La India,

Angelique Kidjo, Gilberto Gil, Los Van Van, La Charanga Habanera, Terra Samba, Olodum. Ci sono stati concerti con presenze da record grazie ad artisti come Jerry

Rivera o Grupo Niche, ma si è dato spazio anche ai nuovi ritmi con Tego Calderón e Marcelo D2. Presenti anche le regine del pop latino come Julieta Venegas e

Paulina Rubio e personaggi carismatici e coinvolgenti come Elvis Crespo e Los Hermanos Rosario. Da non dimenticare le proposte autoriali di Ney Matogrosso e Diana

Miranda, il ritorno dello storico gruppo brasiliano Os Mutantes, l’omaggio al leggendario Compay Segundo, la presenza del padre del mambo Israel “Cachao Lopez” e

dei “salseri” più raffinati come Willy Chirino e Ray Sepulveda che hanno regalato concerti ed emozioni indimenticabili.

“Troppo lungo sarebbe l’elenco –

prosegue Fabiani – per non fare torto a nessuno… io mi limito dunque a scegliere come emblematica dello spirito di LatinoAmericando la performance di Tego

Calderòn, che con il suo reggaeton ha fatto impazzire una audience composta soprattutto da giovanissimi: italiani, ma anche di nazionalità latine, quelli che

sovente vengono liquidati con superficialità come appartenenti a baby gang. Un pubblico vivace ma estremamente corretto e desideroso solo di un sano divertimento.

E credo che le realtà della nostra società non debbano essere nascoste o negate, ma conosciute per poter essere correttamente governate. Per altro ricordo che

tantissime persone hanno usufruito del test per l’alcol che mettiamo a disposizione all’interno del villaggio, una iniziativa che di certo aiuta, anche in un

contesto di divertimento, a responsabilizzare le persone sul problema della guida sicura”.

Il contributo che LatinoAmericando può dare all’integrazione

culturale è uno degli obiettivi del Festival e di Fabiani: “L’atmosfera che noi creiamo è perfetta da questo punto di vista. L’incontro tra persone di diversa

provenienza avviene in modo armonico in un contesto di semplice e puro divertimento. Purtroppo tra le cronache c’è ancora un certo pregiudizio verso la realtà

sudamericana che pure tanto offre anche in termini di lavoro alla società italiana. Nel nostro piccolo noi proviamo a lanciare dei messaggi positivi per una piena

integrazione. Non a caso abbiamo proposto un’occasione di approfondimento su un’altra faccia del fenomeno dell’immigrazione presentando la mostra dedicata agli

imprenditori immigrati”.

E se i corsi di cucina latinoamericana hanno riscosso un discreto successo, e le gare di ballo hanno entusiasmato i visitatori, il

gradimento ottenuto dalle mostre dedicate a Cuba offre a Fabiani lo spunto per una riflessione anche un po’ polemica: “Nelle nostre scelte noi siamo apolitici.

Non ci interessa prendere una posizione su Cuba o su Fidel Castro, per esempio. Nel caso specifico abbiamo voluto offrire spunti di riflessione su una realtà di

interesse internazionale.

E proprio per il carattere così variegato delle offerte ma anche per ciò che il Festival rappresenta all’interno del territorio

in tema di conoscenza e di integrazione tra italiani e stranieri, non nascondo che in generale mi sarei aspettato più attenzione da parte delle principali

istituzioni lombarde. Regione e Provincia non sempre riconoscono istituzionalmente l’importanza che il Festival rappresenta anche da un punto di vista sociale e

commerciale. Sempre più siamo una vera e propria Expo dell’America Latina, un punto di incontro e di scambio. Noi saremo qui anche nel 2008, e l’invito per una

visita ufficiale che magari lasci spazio a proficue collaborazioni è sempre aperto!”
L’organizzazione sta già lavorando alla prossima edizione del Festival che

richiede nove mesi di preparazione. Si delineano i grandi nomi del panorama musicale, ma si stanno anche valutando gli eventi che caratterizzeranno l’offerta

culturale del Festival che ora vuole migliorare ancora se stesso, nonostante il grande traguardo raggiunto quest’anno.

Queste, infine, alcune delle

curiosità più interessanti dell’edizione conclusasi. Medaglia d’oro al ristorante argentino che, con la “parrilla”, la griglia più grande del Festival, ha vinto

la gara per il maggior numero di coperti serviti, seguito a ruota da quello brasiliano, con il mitico churrasco di carne. La peña criolla è stato invece il

ristorante più visitato da quanti amano la paella, mentre il ristorante ecuadoriano ha spopolato con enormi piatti di pesce fritto accompagnato da platanos, le

tipiche banane verdi. Record di consumo di pesce, ma in questo caso crudo, per il ristorante peruviano che ne ha fatto abbondante uso nella preparazione del

tradizionale ceviche. E se al messicano si sono distinti per il consumo di spezie, utilizzate per insaporire chili e tacos, il ristorante venezuelano ha preparato

quasi 10.000 arepas, il tipico spuntino nazionale.
Cifre da record anche per i più golosi: sono stati consumati infatti più di 47.000 churros, 29.000 tra gelati

e sorbetti tropicali e 14.700 porzioni di torte e dolci argentini, quasi tutti a base di dulce de leche, ingrediente ipercalorico ma decisamente irresistibile!

Il Festival LatinoAmericando, nato nel 1991, è oggi la più importante manifestazione dedicata all’America Latina. Con il passare degli anni è diventato

uno dei principali appuntamenti estivi capaci di portare in Italia la cultura, la tradizione e il calore di un grande continente. Il festival ingloba diversi

aspetti: la musica, la danza, la cultura, la gastronomia, l’artigianato e il turismo. Un evento unico in Europa, con un forte valore culturale, che integra la

dimensione dello svago e del divertimento, con quella informativa sui paesi latinoamericani che da sempre affascinano l’immaginario collettivo.