
Haibun ha ideato e prodotto due cortometraggi per “Sottocinque”, progetto
di Sky che prevede la realizzazione di corti della durata sotto i cinque minuti, sotto i cinque giorni di produzione e con un costo sotto i cinque mila euro. I
cortometraggi saranno presentati in anteprima domani sera al cinema Quattro Fontane di Roma e verranno trasmessi prossimamente sul canale Sky Autore
Haibun
va ancora oltre i confini della pubblicità con questo progetto di corti cinematografici. La casa di produzione ribadisce così il proprio rapporto speciale con il
mondo dei cortometraggi, già testimoniato dalla collaborazione con il Capalbio Cinema International Short Film Festival e dalla continua ricerca di talenti tra i
registi del genere, come accade anche per Toolbox, la raccolta periodica di materiale video realizzata da Haibun.
Il primo corto intitolato realizzato per
Sky si intitola “La Scarpa” è diretto da Andrea Rovetta (che ha scritto anche soggetto e sceneggiatura) ed è interpretato dall’attrice romana Cecilia Dazzi.
La
storia comincia con una donna che viene svegliata dallo squillo del cellulare, è il suo ragazzo che dalla stazione, in attesa di prendere il treno, le comunica
brutalmente che la loro relazione è finita. Lei, dopo un’attimo di smarrimento, inizia a vestirsi in fretta. Si lancia di corsa per strada e comincia a correre.
Dopo qualche isolato passa trafelata di fronte a una vetrina dove sono esposte delle belle scarpe a punta. Si ferma, torna indietro le guarda, entra nel negozio e,
sempre trafelata, chiede alla commessa di darle quelle scarpe. Paga ed esce sempre di corsa. Prende un taxi. Arriva in stazione, raggiunge la banchina dove il suo
ragazzo sta per salire sul treno. Lo chiama, lui si volta, si guardano languidi e pieni di malinconia negli occhi…. poi lei fa un passo indietro e gli tira un
violentissimo calcio negli stinchi. Se ne va sorridendo e lasciando lui dolorante e zoppicante.
Il modello di scarpa scelto per il cortometraggio, punta sfilata
e tacco a spillo, è un classico in coccodrillo di Salvatore Ferragamo ed è legato particolarmente all’arte della seduzione femminile: è lo stesso che calzò Marilyn
Monroe e contribuì a rendere il suo modo di camminare così sensuale.
Nel secondo cortometraggio, intitolato “Omomorto”, con la regia di Sergej Grguric, il
tema della morte è trattato con particolare ironia in una serie concatenata di surreali decessi.
La scena si svolge a un funerale, Nella camera ardente un prete
sta facendo la sua predica di fronte alla bara aperta dove un anziano è sdraiato, composto. Ognuno dei presenti è assorto nei suoi pensieri, che sentiamo e che
sono futili e vuoti. Improvvisamente il prete cade a terra, come colpito da un infarto. Una donna si volta e si accorge del lieve movimento del corpo del “morto”,
corre verso la bara gridano “Papà!!!” ma inciampa, cade e batte la testa. Di seguito, in un concatenarsi di eventi grotteschi, tutti i presenti uno dopo l’altro
cadono a terra, morti. Li ritroviamo tutti nell’aldilà, che scopriamo essere nient’altro che la copia identica della loro realtà, sempre triste e vuota.
Il
soggetto è di Paolo Guglielmoni che ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Sergej Grguric.