Il 13 settembre a Oleggio, in provincia di Novara,
si svolge l’inaugurazione ufficiale del più grande impianto fotovoltaico a impatto zero mai costruito nel Nord Italia. L’impianto è stato realizzato da Unendo
Energia con i pannelli Renergies Italia e occupa un’area bonificata, prima adibita a discarica per i rifiuti solidi urbani.
12 settembre 2008 –
Renergies Italia porta il sole a Oleggio. L’impianto da 1MW si estende su una superficie di circa ventimila metri quadrati, un terzo della ex-discarica Motto
Grizza, (63 mila metri quadrati) ed è stato sviluppato da Unendo Energia, società partecipata del Gruppo Afin. L’azienda, dopo aver accertato la non pericolosità
dell’area e l’idoneità all’installazione dei pannelli fotovoltaici, ha siglato un accordo con l’Amministrazione comunale di Oleggio. L’accordo prevede la
realizzazione di nuove piantumazioni nel centro abitato e per trent’anni un contributo annuale pari a settemila euro, destinati a opere per la riduzione dei
consumi energetici. Tra queste la sostituzione delle lampade a basso consumo energetico per l’illuminazione pubblica.
Con questo intervento un’area
compromessa, una ex discarica, è diventata sede di un impianto di energia da fonti rinnovabili. Il campo fotovoltaico è composto interamente da pannelli prodotti
da Renergies Italia. Esistono al suo interno quattro sottocampi aventi 1.452 moduli fotovoltaici ciascuno, per un totale di 5.808 moduli. Ogni modulo eroga una
potenza pari a 170 W nelle condizioni di irraggiamento più favorevoli per una potenza complessiva dell’impianto di 987,36 kW.
I pannelli delle dimensioni
di 1.585 mm x 805 mm, con 72 celle elementari in silicio monocristallino, oggi producono energia elettrica sotto forma di corrente continua ad una tensione di
circa 400 Volt (bassa tensione). La corrente continua viene trasformata in corrente alternata e immessa nella rete pubblica a una tensione di 15.000 Volt, a mezzo
di inverter e trasformatore. Il cavidotto elettrico di collegamento alla rete di media tensione, punto di consegna Enel posto ad una distanza di circa 600 metri, è
completamente interrato.
“Una ferita paesaggistica che si rimargina” – sono queste le parole utilizzate da Elena Ferrara, sindaco di Oleggio, per
definire l’intervento nel proprio Comune di Unendo Energia. “Si tratta dell’opportunità di trasformare un’area segnata da una storia estrattiva, poi divenuta
discarica, in un punto di merito nell’ambito dei processi di riqualificazione del territorio e di corretto sfruttamento delle risorse. Infatti per
l’amministrazione di Oleggio, quello dell’impianto fotovoltaico non è l’unica iniziativa promossa nel settore energetico. Sono state intraprese anche procedure
per attivare altri impianti fotovoltaici e idroelettrici”. Continua il primo cittadino: “Oggi mentre si ritorna a parlare di energia nucleare, il Comune di Oleggio
e Unendo Energia stanno testimoniando come sia possibile, anche in Italia, attivare programmi per lo sfruttamento di energie pulite. La convenzione tra Comune e
Unendo Energia per la gestione dell’impianto prevede a carico di Unendo Energia la riqualificazione di due ettari della collina su cui si affaccia il borgo
cittadino e per trent’anni il contributo annuale di settemila euro per l’illuminazione di parte del medesimo centro storico”.
“L’inaugurazione
dell’impianto di Oleggio, afferma Enrico Bruschi – amministratore delegato di Unendo Energia – rappresenta un momento molto importante per la nostra società. Dopo
una fase in cui abbiamo focalizzato l’attenzione sull’individuazione dei siti e sulla progettazione, da qualche mese a questa parte abbiamo visto entrare in
funzione diversi nostri parchi. “Sole a Oleggio” significa per noi qualcosa in più. Significa essere riusciti a coniugare know how, tecnologia ma soprattutto
significa aver costruito un rapporto con il territorio e con le autorità locali.”
Riguardo all’impatto ambientale dell’opera, gli ottomila metri quadrati
della fascia di rispetto perimetrale dell’impianto sono stati sottoposti a un’azione di rimboschimento e mitigazione vegetazionale tramite la posa di specie
autoctone.
Inoltre, a seguito della dismissione dell’impianto, dopo trent’anni, i ventimila metri quadrati occupati dai moduli fotovoltaici verranno
interamente ripiantumati. Si prevede la messa a dimora di circa 1.100 piante per ettaro, di cui 800 arboree e 300 arbustive.