
Leader della classifica delle 20 opere più viste nel 2010 (secondo i dati di ricerca Edt/Cidim) è “La Traviata” che ha raccolto a Torino 21397 presenze totali
con 12 recite. La Scala è seconda con “Rigoletto” 18563 e 10 recite.
Premiate in tutta Italia le opere “popolari”. Ma Stéphane Lissner, sovrintendente della
Scala, esprime a Classic Voice il suo forte disappunto per i tagli alla cultura che impongono programmazioni standardizzate.
Il 7 dicembre la prima
della Scala di Milano porterà in scena Die Walküre di Richard Wagner (direttore Daniel Barenboim).
Per l’occasione Classic Voice, il mensile dedicato alla
grande musica edito da xGPublishing, presenta nel numero in edicola nei prossimi giorni un’interessante inchiesta esclusiva, con i dati di afflusso e ricavo di
tutte produzioni d’opera italiane anno per il 2010. Un vero e proprio share per il genere che rivela un risultato sorprendente: nella classifica delle 20 opere più
viste vince il Teatro Regio di Torino, che scalza dal primo posto la Scala.
A “La Traviata”, nel passaggio al Regio, spetta il record con 12 recite e 21397
presenze totali tra abbonati e botteghino.
Nella top 20: 6 titoli di Torino, 5 della Scala, 3 Opera di Roma e Carlo Felice di Genova, 2 La Fenice di
Venezia, 1 il San Carlo di Napoli. Anche il numero di abbonati conferma che è il Regio di Torino il teatro d’opera più popolato d’Italia
I dati raccolti da
Edt/Cidim (Comitato italiano di musica) sono pubblicati in anteprima su Classic Voice. Sono stati incrociati con quelli delle biglietterie dei teatri, confrontati
e successivamente valutati considerando: i biglietti venduti e quelli in abbonamento (Milano e soprattutto Torino hanno un’ottima base abbonati); il numero di
recite per ogni titoli, in modo da calcolare la media di sbigliettamento; la capienza della sala, per calcolare la percentuale di riempimento.
Dall’inchiesta emerge che i titoli del grande repertorio italiano sono i più graditi. Ma nello stesso tempo alcune produzioni sulla carta difficili, alla Scala
l’opera barocca di Monteverdi (“Orfeo”) e quella novecentesca di Janacek (“Da una casa di Morti”), hanno avuto ottime performance. In questi casi il pubblico ha
premiato più che il titolo, la bellezza degli spettacoli (regia, scene e costumi).
Sorge il dubbio che in un periodo di fortissimi tagli alla cultura e alle
Fondazioni liriche l’indicazione sia quella programmare solo il repertorio già noto e andare verso i gusti del pubblico… Stéphane Lissner, sovrintendente della
Scala, difende il dovere di compiere anche scelte difficili, rischiose o meno redditizie e dichiara a Classic Voice: “Il Paese ha un dovere verso la cultura. Deve
difendere il proprio patrimonio. E in un momento in cui ci si prepara a celebrare i 150 anni dell’unità, è paradossale che l’Italia non rispetti e non sostenga i
valori che la rendono unica”.
Tra le graduatorie pubblicate anche la classifiche delle opere “peggiori” (quelle meno viste), dei successi insperati
(performance buone per titoli sulla carta a rischio) e dei “tonfi” (titoli popolari che non hanno mantenuto le previsioni di vendita). Queste tre palme vengono
assegnate rispettivamente al “Giro di vite” di Britten della Fenice di Venezia, a “Luisa Miller” di Verdi del Regio di Torino e a “Cavalleria rusticana” di
Mascagni (con “Sarka” di Janacek) di nuovo della Fenice.
Classic Voice di dicembre presenta, come da tradizione, due eccezionali omaggi ai propri lettori:
in allegato il “Messiah” di Handel riscritto da Mozart (2 CD). Due geni a confronto in un capolavoro della musica sacra di tutti i tempi. E il calendario della
musica classica 2011: I migliori concerti, le rappresentazioni più attese, selezionate dalla redazione di “Classic Voice”.