
l simposio, che si tiene al centro congressi Magazzini del Cotone venerdì 26 settembre, propone un format scientifico-teatrale unico nel suo genere, ideato e realizzato per trasferire in modo emotivamente forte il modello d’intervento Caring Angels che mira a stimolare e attivare cooperazione e reciprocità di cura fra le persone.
L’evento di assoluto rigore scientifico si svolge nell’ambito del congresso nazionale dalla Sitcc, società italiana di psicoterapia comportamentale e cognitiva, è stato ideato dalla psicologa e psicoterapeuta Serena Basile e realizzato in collaborazione con l’associazione Dentro un quadro e la compagnia teatrale Alma Rosè, con il supporto dell’associazione Articoloquattro.
24 settembre 2014 – Si svolge a Genova il 26 settembre, presso il centro congressi Magazzini del Cotone, il simposio “Non ho più pane nel piatto. E pure me stesso, non capisco dove sia finito” sul tema del disagio da disoccupazione e della cooperazione come risorsa per modulare il senso di perdita del lavoro e di impotenza che oggi investono spesso chi non ha più un lavoro e versa in una condizione di rischio di sopravvivenza. Il simposio, organizzato e coordinato da Serena Basile, psicologa e psicoterapeuta, è realizzato con la collaborazione dell’associazione Dentro un quadro e della compagnia teatrale Alma Rosè, con il supporto dell’associazione di promozione sociale Articoloquattro. L’incontro ha inizio alle ore 17.45 nella Sala 7 Ponente, nell’ambito del convegno nazionale Sitcc (Società italiana terapia comportamentale e cognitiva). Al centro dell’incontro scientifico, il modello di intervento Caring Angels, modello sia clinico (cioè per gruppi con persone a rischio di sopravvivenza fisica e/o psichica) sia sociale (cioè per procedure di lavoro che riuniscano, nel nome di un obiettivo condiviso, attori sociali che operano in condizione di risorse scarse).
L’obiettivo è trattare gli effetti psicologici e corporei del disagio da disoccupazione e proporre la cooperazione fra pari come modalità per porvi rimedio, consentendo un cambiamento individuale e sociale possibile.
Dice Serena Basile, psicologa e psicoterapeuta che ha organizzato il simposio: “Il problema della disoccupazione investe a macchia d’olio un numero sempre crescente di italiani, alimentando aggressività, violenza, paralisi e morte. E’ un problema importante che porta conseguenze talvolta drammatiche. Per questo ho deciso, sulla base dei miei studi sugli effetti delle traumatizzazioni relazionali complesse che nascono da maltrattamenti, trascuratezza e abusi fisici ripetuti nell’infanzia dalle figure di riferimento, di proporre il modello Caring Angels. Perché in questi ultimi anni in Italia ho l’impressione che le persone abbiano subito gli effetti di forme di traumatizzazione significative, alimentati paradossalmente dalla tendenza di realtà sociali, politiche e istituzionali di riferimento, a sopperire al problema del disagio dato dalla mancanza del lavoro con forme di intervento più assistenzialistiche che proattive e finalizzate a stimolare un’autentica cooperazione fra pari”.
IL MODELLO CARING ANGELS E IL FORMAT SCIENTIFICO-TEATRALE
La specificità del simposio è la sua natura non convenzionale. Apre il simposio l’attore Manuel Ferreira con un estratto dallo spettacolo Gente come uno, portando in scena gli effetti della crisi che ha colpito l’Argentina nel 2001, dopodichè si susseguono i contributi degli esperti.
Il contributo scientifico che caratterizza l’intervento di Serena Basile è incorniciato e intervallato da frames teatrali per trasferire in modo emotivamente forte il modello Caring Angels proposto come intervento per la traumatizzazione da disoccupazione.
L’attrice Elena Lolli di Alma Rosè narra la vicenda di una giovane disoccupata che durante un concorso pubblico sperimenta forme di maltrattamento e abuso psicologico chiare e ben rappresentative del malaffare diffuso nel nostro Paese. La storia narrata è tratta da una storia vera, accaduta a Roma il 12 giugno 2012. La soluzione è data dalla possibilità di sperimentare la cooperazione fra pari. Il pezzo teatrale viene intervallato dal contributo scientifico dell’autore (Serena Basile), finalizzato a evidenziare gli effetti psicologici e relazionali del trauma, nonché l’importanza, la necessità e la possibilità della cooperazione, ancorandosi passo passo a quanto portato in scena da Lolli.
Caring Angels si fonda su una lettura cognitivo-evoluzionista e body-centred (centrata sul corpo) del disagio da disoccupazione e nasce come modello di intervento clinico per gruppi di persone che versano in condizione di rischio di sopravvivenza fisica e/o psichica. E’ finalizzato al contenimento della sintomatologia da disoccupazione, alla riacquisizione delle capacità di lavorare insieme agli altri, delle capacità creative e di problem solving e prevede la presenza di due terapeuti. Ma non solo: Caring Angels è proposto anche come modello di intervento sociale finalizzato all’attuazione di procedure che consentano ad attori sociali diversi, con obiettivi diversi e identità sociali e professionali diverse, di cooperare guidati da un obiettivo condiviso anziché competere per risorse scarse. In questo modo, ciascuno vince per sé e vince per tutti, alimentando reciprocità di cura.
Nel momento in cui le condizioni di sicurezza vengono meno, infatti, il corpo si attiva in uno stato di allarme che predispone all’azione di attacco-fuga o, se attacco e fuga non risultano possibili o efficaci, in uno stato di immobilità. In termini motivazionali, una condizione di rischio di sopravvivenza attiva il sistema dell’attaccamento che induce la ricerca di vicinanza e di protezione nei conspecifici.
Se la condizione di rischio è causata da chi dovrebbe garantire protezione, si assiste però anche all’attivazione del sistema di difesa che induce a percepire l’altro parallelamente come minaccia. E’ proprio la presenza, a volte simultanea, di queste due tensioni opposte a poter causare una frammentazione del comportamento e, in ultima battuta, la paralisi. Per questa ragione, rispondere al disagio con modalità esclusivamente assistenzialistiche e accudenti può essere rischioso. Per uscire dall’impasse, la letteratura cognitivo-evoluzionista incoraggia la stimolazione della cooperazione su cui ruota il modello Caring Angels. Il modello prevede la co-costruzione di uno spazio relazionale paritetico fra i soggetti coinvolti che, nel pieno rispetto delle proprie distinte competenze e con piena assunzione di responsabilità, decidono di operare insieme per il raggiungimento di obiettivi condivisi, che rispondano al contempo a bisogni specifici di ciascuno.
GLI INTERVENTI E I RELATORI
Oltre a Serena Basile, chair del simposio e autore del format scientifico-teatrale insieme a Elena Lolli e Manuel Ferreira di Alma Rosè, interviene come moderatore Fabio Monticelli, didatta Sitcc, psichiatra e psicoterapeuta al Centro clinico De Sanctis di Roma. Inoltre, Maria Dettori, psicologa e socio Sitcc, parla del tema “La dimensione collaborativa come risorsa per modulare il senso di perdita, di padronanza e di impotenza del piano identitario” insieme a Giuseppina Mantione e Maurizio Brasini, entrambi psicologi e psicoterapeuti del Centro Clinico De Sanctis di Roma. In programma anche l’intervento di Renato Proietti, didatta Sitcc, psichiatra e psicoterapeuta per l’associazione di terapia cognitiva di Roma e Cagliari e per il centro di terapia cognitiva Multiverso di Roma, che tratta il tema del senso di identità personale all’interno di un gruppo.
“Non ho più pane nel piatto. E pure me stesso, non capisco dove sia finito” sarà riproposto in un convegno aperto al pubblico a Milano il prossimo 24 ottobre presso la Casa dei Diritti, con il patrocinio del Comune di Milano.