30 Settembre 2019
A That’s Mobility il confronto sui dati di qualità dell’aria e della mobilità sostenibile in Italia e in Europa

All’evento sulla mobilità elettrica e sostenibile il Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club e l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale Ricerche (CNR-IIA) hanno presentato lo studio “MobilitAria – Europa 2030. Tecnologie e soluzioni energetiche per la decarbonizzazione dei trasporti”. Un’analisi aggiornata sui dati che fotografano la situazione delle maggiori città europee in ambito di mobilità sostenibile e il confronto con quelle italiane.
Milano, 30 settembre 2019 – Il settore dei trasporti in Europa è responsabile di circa il 28% delle emissioni totali; sono 432 mila le morti premature all’anno dovute all’esposizione prolungata a PM2,5 (di cui circa 400 mila nei 28 Paesi dell’Ue) e 75 mila quelli correlabili all’esposizione prolungata al biossido di azoto (di cui 72 mila nell’Unione europea a 28 Stati). Questi alcuni dati che fanno concordare tutti i Governi europei sulla necessità della decarbonizzazione del settore della mobilità.
A That’s Mobility, che si è svolta dal 25 al 26 settembre al MICO, Centro Congressi di Fiera Milano, Kyoto Club e CNR-IIA hanno dato vita a un pomeriggio di riflessione e approfondimento con addetti ai lavori ed esperti di imprese, associazioni che operano nel settore della mobilità sostenibile. Durante i lavori sono stati presentati i dati del rapporto “MobilitAria – EUROPA 2030”, realizzato dal Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club e dagli esperti di CNR-IIA, che presenta le statistiche delle principali città europee a integrazione delle due edizioni italiane già realizzate nel 2018 e 2019, lo studio che offre una panoramica sulle politiche di mobilità e sui dati relativi alla qualità dell’aria delle 14 città metropolitane nel biennio 2017-2018: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.
Mobilitaria Europa 2030
Le città monitorate sono: Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Budapest, Copenaghen, Dublino, Londra, Madrid, Parigi, Praga, Stoccolma, Vienna.
Per quanto concerne il tema della qualità` dell’aria, per alcune città le concentrazioni e i superamenti del valore limite orario del Biossido di azoto (NO2) e giornaliero del particolato (PM10) sono maggiormente elevati rispetto ai limiti normativi imposti dalla normativa europea. Nello specifico per il Biossido di Azoto si registrano valori con concertazioni medie annue maggiori del limite normativo per le città di Parigi, Madrid e Londra, queste ultime presentano rispettivamente 88 e 39 superamenti oltre il limite orario di concertazione.

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In merito ai superamenti del PM10 si registrano valori superiori al limite consentito nelle città di Parigi, Londra e Budapest.

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La mobilità urbana è stata analizzata considerando alcuni indicatori quali: il modal split, l’estensione della rete ciclabile della città, il numero di autovetture e la mortalità` registrata negli incidenti stradali.
In merito alla mobilità urbana si riscontra una notevole variabilità` nelle diverse città analizzate per i diversi indicatori considerati. Un aspetto di importanza rilevante è costituito dal Modal Split, indicatore che consente di determinare con immediatezza i comportamenti di mobilità dei cittadini nelle diverse città analizzate.
Le ripartizioni modali presentano profili tra loro differenziati. Le città in cui viene utilizzato maggiormente il trasporto pubblico locale sono Parigi e Londra e Budapest, mentre la città meno virtuosa in cui viene utilizzata maggiormente l’auto è Dublino (60%). Le città con maggiore mobilità dolce sono Madrid e Stoccolma che hanno la maggiore percentuale di mobilità pedonale, mentre Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam sono le città in cui si pedala di più`.
Le piste ciclabili sono maggiormente estese nelle città di Berlino, Stoccolma e Amsterdam con un numero di km maggiore a 500. La città con la rete più` ridotta è Budapest in cui la mobilità ciclabile è tra le meno diffuse.
Rispetto al numero di auto private immatricolate, le città che presentano un numero maggiore al milione sono Parigi, Madrid, Londra e Berlino. Considerando in numero di vetture pro-capite, le città con l’indice più elevato sono Bruxelles, Parigi, Copenaghen e Madrid.
L’Europa a confronto con l’Italia
Nessuna città europea analizzata supera i limiti nelle medie annuali previsti dalle normative per il PM10 (media annua di 40 µg/m3), in Italia la media annua è superiore a Torino (43) e al limite a Milano; decisamente a nostro sfavore l’analisi del Biossido di azoto (stessi limiti del PM10): se in Europa solo Parigi supera il limite di poco (43), seguita da Londra e Madrid (41), in Italia andiamo

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decisamente peggio. Maglia nera è Torino (54), seguita da Milano e Roma (49), Napoli (44) e Firenze (43).

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Anche nel tasso di motorizzazione le città italiane non escono benissimo dal confronto con quelle europee. Va detto a parziale spiegazione della comparazione che mentre per le città europee vengono analizzate solo le capitali, in Italia sono stati prese in considerazione anche i capoluoghi di regione, ma che la differenza di sviluppo dei trasporti pubblici locali e la mentalità giochino

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decisamente a nostro sfavore. Se Praga risulta la città europea analizzata da MobilitAria con il più alto tasso di motorizzazione privata (oltre 500 auto ogni 1.000 abitanti), in Italia sono ben 8 a superare (alcune anche di molto) questo valore: Cagliari, Catania, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma e Torino.
Sarà una conseguenza naturale del tasso di motorizzazione, ma in Italia, malgrado il posizionamento geografico e il clima mite e favorevole, gli italiani continuano a non amare la bicicletta. Il paragone con l’Europa è impietoso: la nostra città più virtuosa è Firenze che vede l’uso della bici al 9% nella ripartizione modale, come a Dublino, dove però il clima è leggermente diverso. A Copenaghen sono al 30%.

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Va anche detto che in Italia non siamo incentivati dall’estensione delle infrastrutture ciclabili, a Bruxelles ci sono 2,2 Km. di piste ciclabili ogni 1.000 abitanti, 0,81 a Stoccolma e 0,57 a Copenaghen; in Italia la città messa meglio fra quelle analizzate è Venezia con 0,45 Km seguita da Bologna a 0,44, a Genova e Napoli si scende a 0,02.
In generale ciò che pare distinguere l’Italia da resto d’Europa è l’attenzione che la Pubblica amministrazione pone nella programmazione futura della politica di sviluppo delle infrastrutture che permettano ai cittadini di attuare atteggiamenti per incrementare la mobilità sostenibile. Ad esempio, la capitale danese ha saputo programmare la promozione della bicicletta investendo circa 150 milioni di euro nell’arco di un decennio. Inoltre una linea ferroviaria, la prima dedicata interamente al trasporto di ciclisti, collegherà la capitale danese con la vicina città svedese di Malmö, posta nella sponda opposta del mar Baltico.
Anche in termini di TPL all’estero pare vadano più veloci che in Italia, a Parigi non circolerà più nessun autobus Diesel dal 2024, ma solo ibridi, a gas naturale ed elettrici. L’operatore di trasporto RATP ha un piano per raggiungere l’obiettivo “Flotta a zero emissioni” nel 2025. A Londra tutti gli autobus a due piani saranno ibridi entro il 2019 e tutti i bus a un piano entro il 2020. Entro il 2037 tutti i 9.200 autobus in tutta Londra saranno a zero emissioni.
E infine anche per la mobilità privata, pare che all’estero siano più determinati: a Berlino è previsto che nessun veicolo a propulsione fossile potrà circolare dal 2050. A Copenaghen già oggi l’85% è delle automobili circolanti sono a emissioni zero e nel 2025 dovranno essere il 100%. Sempre nel 2025 il 100% dei veicoli che non sono automobili dovrà utilizzare carburanti alternativi (biogas, biodiesel da olio vegetale idrotrattato ecc.).