23 Ottobre 2008
Al FEI si discute del nucleare: sarà il nostro futuro?

Al Forum Energetico Internazionale in corso a Pisa si

discute di energia a 360 gradi; al centro del dibattito c’è la spinosa questione del nucleare come unica soluzione per gli approvvigionamenti energetici del nostro

Paese.

Il nucleare è il futuro? Questa è la domanda che ci si è posti oggi al FEI di Pisa, durante la sessione dedicata all’Innovazione e alla

Ricerca; sono intervenute numerose aziende, tra le quali Atel Energia con il Managing Director Piero Manzoni, Edf Italia con il responsabile per il nostro Paese

Bruno D’Onghia e Ansaldo Nucleare con Sergio Orlandi, Direttore dell’Ingegneria e del decommissioning.

Il nucleare è una scelta che può portare dei benefici

al Paese, ma deve essere una scelta a lungo termine che non può e non deve sottostare ai cambiamenti repentini della politica; l’Autorità per la sicurezza deve

sviluppare delle competenze e delle risorse adeguate per tale progetto. E’ fondamentale che l’Unione Europea individui delle condizioni di sicurezza standard e che

in Italia si crei un quadro normativo chiaro ed efficiente, che sia da traino agli investimenti nel settore.

“Se l’Italia aprirà all’opzione nucleare a Edf

– sottolinea Bruno D’Onghia, Responsabile Edf Italia intervenuto oggi al FEI – direttamente o attraverso Edison, Edf è disponibile a partecipare al nuovo programma

per il nucleare italiano. Possiamo collaborare al know how quando sarà il momento di fare degli investimenti effettivi nel nucleare, vedremo”.

Importante

anche l’intervento di Ansaldo Nucleare con Sergio Orlandi, Direttore dell’Ingegneria e del decomissioning, durante il quale è emersa la necessità di comprendere se

in Italia esiste spazio per l’industria nucleare e se sono disponibili delle tecnologie affidabili. Bisogna superare il problema delle tecniche, creando delle

strategie in grado di consolidare l’utilizzo degli impianti di terza generazione, che consentono di ridurre la probabilità di accadimento di incidente severo. E’

fondamentale investire in impianti semplici, economici e piccoli e quindi compatibili con i siti presenti nella Penisola. Un altro problema è legato all’attuale

mancanza di competenze in Italia, infatti l’Ansaldo è l’unica azienda italiana che ha mantenuto delle risorse nel settore, ma per il futuro si può ipotizzare che

il 75% di un impianto nucleare può essere realizzato totalmente in Italia.
L’ultimo grande problema è collegato alla mancanza della certezza delle regole, ad

oggi il processo normativo è troppo lungo e tortuoso, è necessaria l’introduzione di un quadro normativo più snello ed efficiente.

Ma il nucleare non è

l’unico strumento per risolvere l’annosa questione dell’approvvigionamento energetico, questo è il pensiero comune che emerge alla fine del dibattito di Pisa,

bisogna investire sul mix energetico, che include tutte le tipologie di fonti energetiche, con un occhio di riguardo alle fonti rinnovabili, perché solo così è

possibile assicurare un futuro certo, dal punto di vista energetico, al nostro Paese.