23 Settembre 2015
Al via il progetto ‘La violenza psicologica uccide. Fermiamola ora!’ di Global Humanitaria Italia Onlus

Global Humanitaria Onlus e la criminologa Cinzia Mammoliti lanciano una campagna di sensibilizzazione contro la violenza psicologica. L'obiettivo è far emergere il fenomeno di cui sono vittime (in alcuni casi anche inconsapevolmente) le donne, ma anche uomini e minori, combatterlo e chiedere alle istituzioni un adeguamento delle normative vigenti, che sia applicabile anche in quegli ambiti oggi scoperti. I danni della violenza psicologica a carico della collettività sono anche economici: ogni anno il costo della sola violenza contro le donne supera i 17 miliardi di Euro.

23 settembre 2015 – Esiste un fenomeno criminoso di proporzioni enormi, di cui in Italia si parla poco, principalmente per la difficoltà di riconoscimento da parte di chi lo vive e di chi lo dovrebbe prevenire e contrastare. Si stima che ogni giorno milioni di persone siano vittime della violenza psicologica, in famiglia, a scuola, sui posti di lavoro: una forma subdola, perversa e insidiosa di abuso in cui qualcuno esercita potere e controllo in modo potente e distruttivo su qualcun altro. Si tratta di una tattica vessatoria fatta di parole e comportamenti ripetuti e finalizzati a intaccare la dignità e l'integrità mentale, emotiva e fisica di chi la subisce, senza distinzione di genere. Ne sono colpiti infatti donne, uomini e bambini. Per questo nasce il progetto "La violenza psicologica uccide. Fermiamola ora!", per la difesa e protezione delle categorie sociali più deboli e maggiormente vessate. Nella prima fase, l'iniziativa promossa da Global Humanitaria Onlus e dalla consulente Cinzia Mammoliti, che ne è responsabile, si svilupperà in Lombardia e in Liguria, e successivamente in Piemonte.

Gli obiettivi primari del progetto, che ha il patrocinio del Comune di Milano, di Varese, di Mantova e di Vercelli, sono favorire l'emersione del fenomeno e facilitarne il riconoscimento, soprattutto della elevata "cifra oscura", cioè quella parte di criminalità che non viene alla luce perché non denunciata o addirittura non riconosciuta dalla vittima annientata. Inoltre, la campagna mira al recupero delle vittime che abbiano subito danni di qualsiasi natura attraverso una rete di specialisti operanti con competenze e professionalità differenti a seconda dell'esigenza. Non meno importante, l'obiettivo della prevenzione della vittimizzazione secondaria: la condizione di ulteriore sofferenza e oltraggio sperimentata da vittime di violenza psicologica che incontrano un atteggiamento di insufficiente attenzione o di negligenza da parte delle agenzie di controllo formale nella fase del loro intervento. Spesso la vittima stessa non è pienamente consapevole della manipolazione e a ciò si aggiunge la mancata o insufficiente conoscenza dell'esistenza di figure che potrebbero assisterla. Queste condizioni fanno sì che in Italia manchino statistiche attendibili in materia e la cifra riguardante la vittimizzazione secondaria potrebbe essere di proporzioni gigantesche.

Il progetto si prefigge la creazione di una rete efficiente, efficace e competente che realizzi un'azione di formazione, informazione e collaborazione quale primo strumento utile a fronteggiare e prevenire questo pericoloso e destabilizzante fenomeno. Contemporaneamente vuole sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni, affinché queste affrontino l'argomento al fine di migliorare l'opera di prevenzione del fenomeno e la cura delle vittime, anche attraverso l'adeguamento dell'impianto legislativo.

A livello operativo sarà disponibile il numero 848 808 838 per il pubblico (costo di una chiamata urbana), che sarà il primo filtro per fissare un appuntamento con i consulenti presenti fin da subito sul territorio lombardo e ligure, e nei mesi a seguire anche su quello piemontese, che seguiranno poi la persona nell'iter necessario.

Simona Ingellis, direttore generale di Global Humanitaria, afferma: "Questo progetto è per la nostra associazione una nuova sfida e la prima iniziativa che realizziamo sul territorio italiano. Abbiamo scelto di impegnarci contro la manipolazione relazionale perché molto diffusa, a prescindere dal genere e dall'età delle persone, ma anche poco riconosciuta. Auspico che gli strumenti e le figure che metteremo a disposizione siano un supporto importante per le persone vittime di questo fenomeno e per aiutare a far emergere casi sommersi".

Cinzia Mammoliti, responsabile del progetto, aggiunge: "I centri antiviolenza già presenti sul territorio nazionale, e perlopiù dedicati alle donne, non sono sufficienti per tutte le categorie coinvolte in situazioni di violenza psicologica che non sempre, e non necessariamente, rappresenta una forma di violenza di genere. Anche gli uomini sono maltrattati e rivelare di essere vittime di abusi è spesso per loro, sotto certi profili, più difficile e imbarazzante; per non parlare poi dei bambini costretti a pagare sulla propria pelle gli errori degli adulti. La violenza psicologica è una vera e propria piaga sociale che richiede un lavoro di squadra e di Rete per poter fornire a chi ne è vittima interventi mirati e di qualità."

Secondo una indagine svolta nel 2013 da WeWorld Onlus la sola violenza sulle donne avrebbe ogni anno un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di Euro, tra spese sanitarie, consulenza psicologica, farmaci, ordine pubblico, spese giudiziarie e legali, e così via. L'equivalente di tre manovre finanziarie, il triplo della spesa sostenuta dal nostro Paese ogni anno per incidenti stradali.