
Presentato a Milano il piano
economico e delle attività 2005 – 2007 del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano: 50 milioni di euro l’obiettivo di raccolta. Un ruolo da protagonista per le
aziende, che attraverso il programma Corporate Golden Donor, contribuiscono allo sviluppo della Fondazione.
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano
è una fondazione no profit che si propone di salvaguardare il patrimonio storico, artistico e ambientale dell’Italia e di sensibilizzare gli italiani sul tema
della tutela. Dal 1975 a oggi il FAI ha salvato e protetto 36 beni dal degrado e dall’abbandono, traducendo la propria missione ideale in azioni concrete.
L’obiettivo del FAI per il prossimo triennio è quello di espandere la sua presenza con il rafforzamento delle attività di comunicazione e sensibilizzazione
culturale e attraverso il restauro e l’apertura al pubblico di beni architettonici e ambientali su tutto il territorio italiano.
Andranno in questa direzione
gli interventi per Palazzo e Torre Campatelli a San Gimignano (Siena), Villa dei Vescovi a Luvigliano (Padova), Casa Necchi Campiglio a Milano, il Mulino di Bàresi
a Roncobello (Bergamo) e le Batterie Talmone a Palau (Sassari).
“La nostra finalità è la diffusione sempre più ampia di una cultura della Bellezza anche
attraverso l’apertura al pubblico e la promozione delle nostre Proprietà – spiega Marco Magnifico, amministratore delegato culturale del FAI – In questo ambito
abbiamo dimostrato una capacità unica in Italia di coinvolgere molti soggetti, dagli enti pubblici alle fondazioni, ma anche e soprattutto il mondo delle aziende
italiane. Il ruolo del FAI deve essere quello di convogliare tutte queste risorse e trasformarle in una forza che, se ben governata, può diventare il vero volano
della salvaguardia e della conservazione del patrimonio artistico e ambientale italiano. Si protegge ciò che si ama e si ama ciò che si conosce. E il FAI è
un’istituzione affidabile che aiuta i privati e le imprese a conoscere, amare, proteggere l’Italia. Investire nel FAI dà l’opportunità di partecipare a un progetto
di alto contenuto sociale a favore della collettività, con l’orgoglio di poter esaltare la bellezza e la cultura del nostro Paese. Un sostegno visibile e durevole:
le Proprietà vengono salvate e conservate per le generazioni future”.
“L’assunzione di responsabilità sociale da parte delle imprese sta divenendo anche in
Italia elemento costitutivo di una corporate reputation positiva – dice Antonio Emmanueli, neo amministratore delegato del FAI -. Il FAI è interlocutore proattivo
per offrire a questa nuova crescente sensibilità, opportunità di sviluppo e di investimento. In particolare il nostro appello a 60.000 imprese per l’adesione al
programma Corporate Golden Donor vuole promuovere la consapevolezza che la valorizzazione dell’ambiente italiano e dei suoi tesori è, oltre che un valore in sé,
un’opportunità di rilancio dell’immagine del Paese e una permanente opportunità economica che esalta la specificità dell’Italia in un mercato globalizzato”.
La
gestione ordinaria del FAI prevede continui e accurati interventi per preservare i beni nel tempo, un personale di custodia fisso per garantirne la fruibilità, dei
professionisti qualificati che monitorizzino lo stato di conservazione degli immobili e delle opere d’arte, un management e una struttura operativa in grado di
gestire una realtà aziendale sempre più diversificata e complessa. “La gestione ordinaria è fisiologicamente in perdita – spiega Emmanueli – come succede per altre
attività di gestione di beni culturali, con un costante aumento dei costi. I ricavi della gestione corrente coprono in media il 50% dei costi. Facendo un paragone
con altre importanti realtà culturali mondiali, il risultato è però nettamente superiore al Museo del Louvre (30%) e in linea con il Metropolitan Museum di New
York (50%)”.
Dal punto di vista economico, il primo obiettivo è reperire contributi e sponsorizzazioni per 20 milioni di euro destinati a realizzare gli
interventi di restauro nelle Proprietà della Fondazione, previsti dal piano di conservazione programmata.
Ulteriore obiettivo economico è l’accrescimento
dell’endowment dagli attuali 10 a 40 milioni di euro, con una raccolta di 30 milioni di euro, per consentire uno sviluppo in termini di nuove acquisizioni e
ampliare l’attività del FAI in tutta Italia. Questi fondi saranno inoltre destinati alla manutenzione straordinaria che prevede interventi di restauro e onerosi
adeguamenti tecnici per la sicurezza, secondo le norme di legge e indispensabili per l’apertura al pubblico dei beni. “Il FAI è stato in grado in questi anni di
reperire all’esterno fondi per circa il 68% (24 milioni di euro) delle necessità – spiega ancora Emmanueli – e in caso di imprevisti e urgenze è stato inevitabile
attingere ai fondi di riserva patrimoniali, impoverendo la quota destinata all’endowment, per un totale di 11 milioni di euro.”
Fondamentale apporto
all’attività del FAI è dato dai contributi delle Corporate Golden Donors: si tratta di aziende che versando una quota annuale di 2.800 euro, deducibili
fiscalmente, sostengono la Fondazione nella sua vita quotidiana, assicurandole un supporto costante.
Per le aziende significa entrare a far parte di un mondo
sensibile alla tutela del patrimonio artistico e ambientale, partecipando attivamente alla difesa della bellezza del nostro Paese.
Scarica il pdf
della cartella stampa al link: Cartella stampa FAI
Scarica il power point della
presentazione di Antonio Emmanueli al link:Presentazione
Il FAI – Fondo per
l’Ambiente Italiano è una fondazione no profit che si propone di salvaguardare il patrimonio storico, artistico e ambientale dell’Italia e di sensibilizzare gli
italiani sul tema della tutela. Il suo patrimonio è costituito da Beni immobili, mobili e titoli pervenuti per donazione, lascito, legato o acquisizione
corrispondenti al Fondo di dotazione, Fondo di ricapitalizzazione, Fondo attività gestionali e contributi specifici. Il FAI redige un bilancio annuale certificato
da una società di revisione abilitata e opera sotto la vigilanza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In questi 30 anni il FAI ha salvato e protetto
36 beni dal degrado e dall’abbandono, traducendo la propria missione ideale in azioni concrete. Il FAI ha salvato un patrimonio artistico e ambientale di 2.243.500
mq, di cui: 2.200.000 mq fra aree naturalistiche e giardini storici, 40.000 mq di edifici storici, 3.500 mq di affreschi, 25.000 libri antichi e 14.000 oggetti
d’arte tra mobili, dipinti, ceramiche, argenti, porte decorate e altro. 35 milioni di euro investiti in restauri dall’inizio delle attività. Patrimonio netto in
bilancio al 31.12.2004: 42 milioni di euro.