L’Associazione Vivavoce, attiva sul territorio nazionale per diffondere una corretta cultura della voce, del linguaggio e della comunicazione e per supportare chi subisce discriminazioni a causa della propria voce, ha identificato una serie i falsi miti che ancora oggi circolano sul disturbo e su chi ne soffre. Solo in Italia un milione di persone soffre di questo disturbo, oltre 200mila sono ragazzi/e under 18. Le persone affette da disturbi della voce e del linguaggio sono tre volte più soggetti al rischio di discriminazioni e bullismo rispetto ai loro coetanei e i luoghi comuni sul disturbo sono ancora molti, sia dal punto di vista medico sia psicologico.
In Italia oltre la metà dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito almeno un episodio offensivo, non rispettoso o violento da parte di altri ragazzi. In oltre il 6% dei casi la derisione è causata dall’aspetto fisico e/o dal modo di parlare. In media, soprattutto in età scolare, un soggetto con disturbi del linguaggio è soggetto al rischio di discriminazione con una percentuale del 30%, contro il 14% dei normo fluenti. Aumenta in questi soggetti il rischio di sviluppare in età adulta altri disturbi come: ansia dovuta all’interazione sociale, paura del giudizio altrui e minore soddisfazione in termini di qualità della vita.
Sulla base di questi dati l’Associazione ha lanciato poche settimane fa una campagna contro il #voiceshaming, ovvero discriminazioni e atti di bullismo verso chi soffre di disturbi del linguaggio, della voce o della comunicazione. Da aprile è attivo un numero WhatsApp gestito dall’Associazione, Voice Help, che permette a chi soffre di problemi legati alla voce o a chi subisce episodi di voice shaming o ne è testimone di segnalare il proprio o altrui disagio, ricevendo un supporto psicologico gratuito da un’equipe medica specializzata.
Tutte le informazioni su contatti e orari della chat Voice Help sono disponibili sul sito dell’associazione https://associazionevivavoce.it/voice-help/. Il numero per contattare la chat Voice Help è +39 3891560942.
Lo strumento della chat Voice Help permetterà all’Associazione di raccogliere testimonianze e di gestire un vero e proprio osservatorio nazionale sul tema, mettendo insieme per la prima volta un dossier di casistiche ed episodi di discriminazione da portare all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, con l’obiettivo di sensibilizzare la società sul fenomeno del voice shaming.
Giovanni Muscarà, fondatore Associazione Vivavoce, commenta: “Come Associazione Vivavoce ci impegniamo quotidianamente per modificare l’atteggiamento della società nei confronti di chi ha problemi di voce e di comunicazione. Per farlo è necessario che se ne parli e che le informazioni veicolate siano sostenute da una conoscenza reale e approfondita del tema. Ancora oggi ci sono troppi luoghi comuni e falsi miti a livello medico e psicologico su cause conseguenze di tali disturbi e solo incoraggiando una corretta informazione possiamo dare il via a un reale cambiamento culturale sul fenomeno.”
Di seguito una lista di falsi miti sulla balbuzie e su chi ne soffre, con relativa spiegazione in ambito sanitario e psicologico a cura dell’equipe medica a supporto dell’Associazione:
- Chi balbetta è ansioso e timido
Chi balbetta non è necessariamente una persona ansiosa, anche se è vero che chi balbetta spesso vive in uno stato d’ansia significativamente maggiore: si tratta però di un effetto non della causa, in quanto chi balbetta sente con anticipo il blocco ancora prima di parlare e ciò può generare ansia prima della fonazione stessa. nessuno studio ha evidenziato tale relazione, l’insorgenza della balbuzie non è assolutamente associata a tratti caratteriali quali timidezza o ansia sociale.
- La balbuzie è causata da un trauma infantile
La balbuzie è un disturbo complesso che coinvolge diversi fattori dal punto di vista fisiologico, genetico, ambientale, cognitivo, linguistico, emotivo. Eventi traumatici non possono quindi essere la causa della balbuzie, pur giocando un ruolo importante nell’intensificazione del disturbo. Esistono però rari casi di balbuzie psicogena causata da ben più gravi avvenimenti come abusi, disastri naturali o incidenti mortali.
- La balbuzie è causata dal comportamento dei genitori
Spesso la balbuzie è vissuta dai genitori con senso di colpa, come se fosse la conseguenza di un particolare stile educativo da parte del genitore, ma non è così. La balbuzie non è un disturbo a origine psicologica, ma ha cause neurologiche legate al controllo motorio del linguaggio.
- La balbuzie è causata dall’ansia
Chi vive questa difficoltà molto spesso conosce già la situazione o le parole su cui si bloccherà, questo genera in lui naturalmente uno stato di ansia e di stress. Ansia e stress sono perciò conseguenti all’insorgere della balbuzie non ne sono la causa, anche se possono certamente aumentarne l’intensità.
- La balbuzie è sintomo di minore intelligenza
Non ci sono connessioni di alcun genere tra intelligenza e balbuzie. Questo è uno dei falsi miti più pericolosi perché genera pregiudizi e comportamenti discriminatori che possono peggiorare la qualità della vita di chi balbetta, spesso rendendolo vittima anche di Voice shaming.
- La balbuzie si impara per imitazione
La balbuzie non è contagiosa! Numerosi studi hanno confermato invece l’esistenza di una componente genetica. Esiste quindi una familiarità, ma non si tratta di un fenomeno imitativo.
- La balbuzie passa da sola
Nell’88% dei casi la balbuzie scompare da sola entro il 6° anno di vita, si parla in questo caso di remissione naturale, ma nel restante 12% essa si cronicizza e per essere sconfitta necessiterà di un percorso riabilitativo multi-fattoriale che andrà ad agire sulle diverse componenti che influiscono su questo fenomeno cognitivo così complesso.