2 Agosto 2017
Concorrenza e notai: luci e ombre della nuova normativa

2 agosto 2017 – La Legge sulla concorrenza appena approvata – a due anni e mezzo dalla prima presentazione del relativo disegno – contiene importanti novità relative all’esercizio e all’organizzazione dell’attività notarile.

 

Il punto su cui è più critica la posizione di Federnotai riguarda le disposizioni sulla competenza territoriale del notaio e sul numero di professionisti in servizio. “Consentire al notaio di prestare la sua attività in tutto il territorio della regione di appartenenza non semplifica realmente l’accesso al servizio da parte degli utenti”, commenta Carmelo Di Marco Presidente di Federnotai. “Era già ammesso che il notaio operasse in tutto il territorio di competenza della Corte d’Appello, che in diciassette casi su venti coincide con il territorio regionale. Permettendo l’utilizzo di un ufficio secondario in qualunque punto del territorio regionale, si rischia di concentrare l’attività dei notai nei grandi centri e nei capoluoghi a discapito delle esigenze di chi risiede e opera nei piccoli centri”.

 

“Con la nuova legge il numero dei notai sarà programmato tenendo conto solo del rapporto con il numero di abitanti e non della domanda del servizio notarile rilevata in ogni territorio” – prosegue Di Marco. “E’ una norma del tutto incoerente con quelle che in questi anni hanno previsto l’accorpamento delle strutture alle quali è affidato l’esercizio di funzioni pubbliche. Alla diminuzione del numero di ospedali, tribunali, scuole, camere di commercio si contrappone il possibile raddoppio delle sedi notarili. In questo, il fatto che i notai siano i soli soggetti esercenti pubbliche funzioni che organizzano la loro attività a proprie spese ha avuto certamente un peso. Nella stessa legge, infatti, le caratteristiche socio-economiche di ciascun territorio sono tenute in considerazione per disciplinare la riunione di più archivi notarili, che sono strutture organizzate e finanziate dallo Stato.”

 

A proposito delle norme che impongono di separare dal patrimonio personale del notaio le somme affidate nell’interesse dello Stato o di terzi e – su richiesta di parte – i prezzi delle compravendite, conclude Di Marco: “Non attengono al tema della concorrenza ma ci trovano d’accordo. Temiamo però che il sistema bancario non sia ancora attrezzato per assicurare una separazione patrimoniale effettiva e che l’applicazione di queste regole comporti un incremento dei costi.”