28 Febbraio 2024
Dalla strada alla scuola, writing e rap lezione di vita

Sessione pratica per scoprire il rap come vera poesia di strada, non la sua deriva violenta a caccia di clic. In cattedra, alla sede milanese di BDC SCHOOL, è salito Esa aka El Prez, che ha insegnato improvvisazione sulle rime accompagnato dalla sua batteria elettronica. Nell’ambito degli eventi di Unplugged BDC, il rapper è stato ospite di una lezione con FLYCAT, l’artista di writing citato dalla Treccani, già divenuto professore di arti grafiche e art director proprio alla scuola internazionale di Milano e Cologno Monzese: “L’hip hop – quello vero – è scuola di vita, non certo esaltazione della violenza”, spiega. 

Milano, 28 febbraio 2024 – Entrare in classe per la lezione di arte, musica e vita. È accaduto questa mattina ai ragazzi di Years 6, 7 e 8 dell’istituto internazionale bilingue BDC School, che ha ospitato il rapper e MC Esa aka El Prez nell’ambito degli incontri Unplugged BDC, le lezioni fanno parte del percorso URBAN SIGN che tiene l’artista milanese di graffiti FLYCAT. Formatosi negli Stati Uniti fra gli Anni Ottanta e Novanta, il writer è divenuto art director e professore di Urban Art alla scuola internazionale di Milano e Cologno Monzese: “L’hip hop, quello vero, è scuola di vita e ha salvato la mia tanti anni fa”, racconta. “Per questo voglio che i miei ragazzi lo conoscano e sappiano riconoscerlo”.

Durante l’incontro, Esa ha chiesto ai ragazzi di scrivere delle rime: massima libertà nella scelta dell’argomento e della lingua, qualcuno ha scritto in italiano qualcun altro in inglese. “Non abbiate fretta”, ha suggerito il rapper: “la poesia ha bisogno del suo tempo per emergere”. Sono usciti testi diversi, alcuni surreali, altri più intimisti, e gli studenti sono stati poi coinvolti nella lettura in chiave rap. Esa ha poi spiegato loro come cantare e come fare i cori e i ragazzi non si sono certo risparmiati. “Non smettete mai di rappare”, ha detto Esa congedando le classi.

La cultura hip hop è nata negli Anni Ottanta del Novecento ed è diventata il codice della comunicazione del 21mo secolo”, spiega FLYCAT, al secolo Luca Massironi: “È un genere perfettamente a suo agio in una scuola, perché alla base della cultura hip hop c’è proprio la spinta a tramandare gli insegnamenti e a creare continuità nella discontinuità che ci circonda. Della cultura hip hop hanno sempre fatto parte i graffiti, la break dance, il rap come poesia di strada, un canto senza canto, e la musica dei dj, il Beat. Siamo lontani anni luce dalle derive che ha preso certa musica rap attuale, dove sento lanciare messaggi superficiali e pericolosi. Desidero solamente insegnare ai ragazzi a distinguere fra la cultura, anche meno convenzionale, e quello che è solo click baiting ed esaltazione violenta”.

D’accordo anche Esa, che ricorda come il rap venisse definito “la CNN dei quartieri” per la sua capacità di raccontare quello che accadeva nelle strade e nelle situazioni più disagiate e di cui i media ufficiali non si occupavano. “È giusto raccontare i guai e denunciare il disagio, non celebrare la violenza. Lavorando nelle scuole e spiegando l’origine del rap come poesia riusciamo a dare ai ragazzi un contesto in cui inquadrare il linguaggio e le storie”.

La rassegna di produzione musicale Unplugged BDC ospita durante l’anno scolastico una serie di artisti noti nel panorama dell’Hip Hop, nazionale e internazionale, tutti legati al writer FLYCAT, con l’obiettivo di incontrare i ragazzi e dialogare con loro. E il dialogo avviato pare regalare davvero lezioni importanti ai ragazzi, che si fanno a loro volta creatori di ponti culturali. Racconta FLYCAT: “Durante una mia lezione “Urban Sign” con le classi year 5 e 6 la mia allieva Rodina mi ha chiesto se volessi vedere come scriveva il suo nome in arabo. Ho risposto di sì, naturalmente, con la proposta di scrivere in arabo anche il mio nome. Dimostrando una capacità e un controllo non indifferenti, Rodina ha scritto e trascritto la fonetica araba di FLYCAT e dei nomi dei suoi compagni, utilizzando poi per sé una firma in caratteri latini. Nella semplicità del suo gesto è racchiusa tutta quell’energia creativa i bambini sanno esprimere e mostrarci. Seppur – forse – inconsapevolmente, Rodina ha creato un solidissimo ponte culturale”.

 

Per ulteriori informazioni si prega di visitare il sito web all’indirizzo http://www.bdcschool.eu./