
Il Patto dei sindaci, l’iniziativa lanciata nel 2008
dalla Commissione Europea per coinvolgere attivamente le città nel percorso verso la sostenibilità energetica e ambientale, rischia di essere bloccata dalla
burocrazia italiana. “Un modello nato per decentrare e che instaura un rapporto diretto tra comunità locali ed Europa – ha detto l’on. Rosario Crocetta, membro del
Parlamento europeo, intervenuto al workshop internazionale “Towards sustainable cities. Across the Mediterranean”, svoltosi nell’ultima giornata di ZeroEmission
Rome 2011 – finisce per rientrare nelle logiche accentratrici del nostro Paese. Spesso i comuni rimangano bloccati dalla mancanza di risorse. La Banca europea per
gli investimenti finanzia i progetti ma non gli studi preliminari per realizzarli. Il problema vero è che le Regioni, che hanno i fondi in materia, non li
distribuiscono ai comuni”.
Ci sono, però, anche regioni “virtuose” in questo senso. Alcune di loro hanno iniziato ad assolvere concretamente al loro ruolo di
strutture di supporto ai comuni per la realizzazione del cammino indicato dalla Commissione Europea. La Regione Sardegna è una di queste. “Vogliamo essere
facilitatori e accompagnatori, non siamo una regione accentratrice”, ha sottolineato Gabriella Massidda, direttore generale della Presidenza della regione sarda,
che ha elencato una serie di azioni concrete messe in atto: un protocollo d’intesa per la chimica verde, volto a portare Porto Torres ad essere il primo polo
europeo in questo campo, un progetto smart city per i comuni di classe A e un bando, in scadenza il 20 settembre, rivolto a selezionare 20 comuni da accompagnare
nella realizzazione dei loro piani d’azione per l’energia sostenibile, e lo stanziamento, a tal proposito, di 39 milioni di euro. “Nella politica della giunta
regionale – ha concluso Massidda – le tematiche sull’efficienza energetica e ambientale costituiscono un obbiettivo strategico. Il nostro è un coinvolgimento
totale”.