20 Aprile 2007
e-Government, e-Democracy: la PA deve avere il coraggio di osare per innovare

L’incontro di oggi a Milano

organizzato da Siav con il patrocinio del Cnipa ha messo in evidenza che ci sono già normative e tecnologie per la dematerializzazione dei documenti. Quello che

ancora manca è la cultura: con l’attuale livello di efficienza della PA un’azienda andrebbe in fallimento. Lo dicono i dati.

La normativa per eliminare il

cartaceo a favore del digitale sta prendendo sempre più una forma definita e i vantaggi di questo cambiamento sono evidenti in termini sia di efficienza sia di

risparmio economico. Eppure in Italia i fogli continuano a farla da padrone sulle scrivanie della pubblica amministrazione. Il problema di fondo è che “c’è una

scarsa fiducia nel documento informatico”, ha spiegato Pierluigi Ridolfi, già componente del Cnipa e presidente della Commissione per la dematerializzazione. Dello

stesso parere Carlo Notarmuzi, dirigente generale Ufficio politiche per la digitalizzazione della PA – Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie:

“L’attuazione del codice dell’amministrazione digitale presuppone un grande cambiamento di cultura, di mentalità”.

Questa problematica ha fatto da filo

conduttore all’incontro di oggi sul tema “e-government, e-democracy”, moderato dal direttore generale del Forum PA Carlo Mochi Sismondi. Accanto a un problema di

tipo culturale, sono stati discussi anche aspetti legati a questioni normative e tecniche. Come la scelta del formato da utilizzare per la digitalizzazione, la

conservazione dei documenti a lungo termine, la lentezza della pubblica amministrazione ad adeguarsi alle normative sulla dematerializzazione già esitenti. Alfieri

Voltan, presidente di Siav, ha poi sottolineato un altro aspetto che grava sulla PA: la mancanza di un reale meccanismo di misurazione dell’efficienza. “Secondo

la classifica della Banca centrale europea l’Italia è al ventitreesimo posto per l’efficienza della pubblica amministrazione con un indice di autoreferenzialità,

vale a dire il numero di persone impiegate per far funzionare la struttura interna di un ente, del 46% – ha affermato Voltan -. Questi dati applicati a un’azienda

privata la porterebbero rapidamente al fallimento”. Come uscire da questa empasse? Per Voltan è necessaria una “forte introduzione dell’IT nella PA”, così come è

stabilito nelle linee strategiche del ministro per le Riforme e l’Innovazione nella PA Luigi Nicolais “e in particolare la reingegnerizzazione dei processi di

servizio”.
Con l’introduzione della gestione elettronica dei documenti i vantaggi sono notevoli non solo per i cittadini ma anche per l’organizzazione stessa

della pubblica amministrazione: “Il lavoro è più semplice ed efficiente ed è possibile misurare le performance in modo oggettivo in modo da poter incentivare i

comportamenti eccellenti nella PA”, ha spiegato Voltan.

Esempi pratici dei vantaggi dell’utilizzo della gestione elettronica dei documenti sono stati

illustrati durante il convegno: la Mail Room di Poste Italiane, presentata da Andrea Alfieri – responsabile servizi innovativi BU Mail di Poste Italiane -; il

sistema del PRA, illustrato da Daniele Bettarelli, amministratore delegato Aci Informatica; il comune di Bressanone con il consulente Luca Agostini; la

digitalizzazione dei beni librari messa in atto dal ministero dei Beni culturali.
Carlo Notarmuzi ha concluso l’incontro spiegando che l’obiettivo “è quello

di informatizzare l’azione amministrativa, non la pubblica amministrazione: bisogna dare modo a ciascun operatore amministrativo, indipendentemente dall’ufficio

nel quale lavora, di avere a disposizione un codice valido per gestire al meglio ogni processo utilizzando il digitale”.