30 Maggio 2009
Giorgio Schultze a Trino Vercellese “L’Europa sposa le rinnovabili e l’Italia si fidanza col nucleare. Queste scelte possono compromettere il futuro del Paese”

“L’Europa sposa le rinnovabili e l’Italia si fidanza col nucleare. Queste scelte possono compromettere il

futuro del Paese”
31 maggio 2009 ore 17.00 – Biblioteca Civica
Via Irico, 5 – Trino (VC)

Si parla di nucleare e energie rinnovabili domani a Trino

Vercellese presso la Biblioteca Civica alle 17.

Parteciperà all’incontro Giorgio Schultze, candidato indipendente alle elezioni europee nelle liste

dell’Italia dei Valori, esperto internazionale di energia.

Schultze giudica grave il ritorno al nucleare e commenterà le ultime scelte del governo in

materia energetica. I

Dice Schulze: “In seguito all’approvazione del Ddl Sviluppo da parte del Senato, entro fine 2009 saranno individuati i criteri per la

localizzazione dei siti delle centrali e le modalità e i luoghi di stoccaggio delle scorie. Trino è uno dei siti possibili. Mentre l’Europa investe nelle energie

rinnovabili l’Italia sta per commettere un errore che potrebbe penalizzarla definitivamente dal punto di vista energetico esponendo le comunità locali a gravi

rischi sia ambientali, sia sanitari.S olo due settimane fa – aggiunge Schultze – il Senato approvava gli articoli contenuti nel disegno di legge del Governo, con

il quale l’Esecutivo ha ottenuto la delega per riavviare il ciclo del nucleare. Domenica scorsa, nell’ambito del G8 Energia, Claudio Scajola, Ministro dello

sviluppo economico e Toshihiro Nikai, ministro giapponese dell’economia, hanno siglato un protocollo d’intesa fra i due Paesi per lo sviluppo dell’energia

nucleare. La linea del governo mi sembra sia ormai inequivocabile”.

Questo i l punto di partenza dell’incontro previsto per domani a Trino Vercellese, da

sempre territorio nucleare grazie alla sua stabilità geologica e al ridottissimo rischio sismico. “È davvero paradossale – continua Schultze – che quei pochi

territori a ridottissimo rischio sismico presenti nel nostro Paese siano convertiti in zone ad altissimo rischio nucleare, con tutto ciò che ne consegue. Il giorno

dopo l’approvazione del Ddl il vice Ministro allo sviluppo Adolfo Urso si affannava nel dire che non esiste una lista dei siti destinati ad accogliere le centrali,

ma chi vive in questi territori sa bene quali sono i criteri di scelta: in primis il ridotto rischio sismico. Quindi se una lista non esiste sulla carta, le

possibilità di scelta non sono molte. Di recente, in seguito al terremoto in Abruzzo, tutti abbiamo avuto modo di vedere le mappe sismiche del Paese e di renderci

conto che le zone a ridotto rischio sismico in Italia si contano sulle dita di una mano”.

Una ripresa delle iniziative nucleari non risolverebbe minimamente

i problemi energetici dell’Italia. Per portare a regime le centrali ci vorranno anni e la realizzazione di 4 centrali da 6400 MW costerà circa 20/25 miliardi di

euro per soddisfare meno del 5% del fabbisogno energetico del Paese. Non dimentichiamo inoltre che l’uranio è molto costoso e altamente radioattivo.