
Il candidato indipendente al Parlamento Europeo nelle liste dell’Italia dei Valori manifesta la sua preoccupazione sull’accordo
di cooperazione siglato tra Italia e Giappone per lo sviluppo dell’energia nucleare
“ È già successo durante le crisi energetiche del 1973, del 1979 e
negli anni ’80 – afferma Giorgio Schultze commentando l’accordo siglato nell’ambito del G8 Energia svoltosi a Roma – ma questa volta potrebbe significare rimanere
irrimediabilmente fuori dai giochi. L’intesa raggiunta tra il Ministro allo sviluppo economico Claudio Scajola e il Ministro dell’economia Toshihiro Nikai –
continua Schultze – non fa altro che ribadire implicitamente che il risparmio energetico e il ricorso alle fonti rinnovabili non sono convenienti se messi a
confronto con l’energia nucleare. Non stiamo parlando solo di fotovoltaico, eolico, geotermico ma anche di solare termodinamico e idrogeno. In questo modo l’Italia
ricorre in un errore antico. Oggi come ieri, il nostro Paese non ha un solo motivo valido per promuovere il nucleare. Non ha sviluppato tecnologia in questo senso,
non ha investimenti, strutture e opere da giustificare e legittimare. Inoltre è troppo oneroso sia su un piano economico, per i capitali necessari al suo sviluppo,
sia su un piano ambientale, perché lo smaltimento delle scorie è un problema irrisolvibile. La crisi ci sta offrendo l’opportunità per rimetterci al passo con i
Paesi che negli ultimi anni hanno sviluppato e ci hanno messo a disposizione la tecnologia e il know how necessari allo sfruttamento di fonti energetiche di cui
l’Italia abbonda. Ora è il momento di fare scelte e assumersi responsabilità affinché gli sforzi e gli investimenti compiuti sinora non siano vanificati. Se il
sistema Italia non intraprende un percorso coerente di emancipazione dai combustibili fossili e non abbandona ogni iniziativa nucleare non ci sarà un’età dell’oro
delle rinnovabili, nonostante la crescita esponenziale che il settore sta vivendo. Prezzi del petrolio più bassi disincentivano un ricorso a fonti di energia
alternative, ma la storia ci insegna che il greggio è soggetto a oscillazioni continue e a crisi epocali”.