9 Agosto 2007
Il gran finale del Festival LatinoAmericando

L’ultima settimana del Festival dal 20 al 26 agosto propone una

grande varietà musicale cha va dal musical tanghero di Diego Moreno, al fusion di Chichi Peralta, dallo zouk innovativo dei Kassav’ fino al jazz di Dave Valentin e

del suo quintetto. Arriva nel week end il mix di samba rap e hip-hop di Marcelo D2 seguito dal rock dei Los Enanitos Verdes. Si conclude con i New York Salsa All

Stars appositamente riuniti per i fuochi d’artificio del gran finale dell’evento dell’estate.

La sensualità del Tango argentino e la struggente poesia

delle musiche di Carlos Gardel (la cui voce è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità) sono i protagonisti del concerto-spettacolo “Tango Moreno el

musical”. Cantante, chitarrista e arrangiatore Diego Moreno, artista argentino che in sei anni ha tenuto più di seicento concerti in tutta Europa, lunedì 20 agosto

regala al pubblico del Festival LatinoAmericando una serata vibrante di tradizione e passione: musica, ballo e parole tra armonia e sensualità, un percorso

multimediale attraverso gli evergreen della musica latinoamericana, i brani più belli di sempre, con musicisti di altissimo livello. Tutto corredato dalle

straordinarie coreografie di un affiatato gruppo di ballerini argentini di tango. Un vero e proprio omaggio, quello di Moreno, ai colori e ai suoni della sua terra

e nondimeno a Carlos Gardel, che del Tango è padre e storica icona.
Dice Diego Moreno: “Nei miei dischi precedenti il sound new latino è stato la caratteristica

principale. Oggi invece, sentendo il bisogno di plasmare ciò che considero un vero e proprio esame di maturità, desidero dedicare tutta la mia creatività a un

progetto che parte dalla mia radice musicale e culturale: il tango, che ha fatto da colonna sonora della mia vita… questo è il mio modo di viverlo, di

sentirlo”.
Esplorando a tratti anche altre forme musicali latinoamericane, quali il bolero e il candombe, Moreno inserisce questo poliedrico spettacolo in un

progetto ben più ampio, letterario oltre che musicale: un libro/Cd dal titolo “Cada dìa canta mejor il mio Don Carlos Gardel”. Il cd che accompagna questo libro,

contiene sette brani, tre tratti dal TangoMoreno e quattro nuove registrazioni inedite più un video clip, girato a Caminito, quartiere La Boca a Buenos Aires.

Uscito durante il 2007 in Italia, Argentina e Stati Uniti, questo ultimo lavoro discografico conta sulla collaborazione di grandi della musica come Fred Bongusto,

Enzo Decaro, Gianni Oddi, Sandro Deidda e Antonio Onorato.
Partito dal Sud America per arrivare al mondo, Moreno vive in Italia dal 1991. Ha condiviso nella

sua carriera palcoscenici importanti con artisti come Josè Feliciano, Gilberto Gil, Gipsy Kings, Inti Illimani, Ziggy Marley, Carlos Santana, Toquinho, e in

occasione del Concerto di Capodanno 2003 trasmesso in mondovisione ha suonato insieme ad Andrea Bocelli, Fred Bongusto, E.Bennato, Sergio Cammariere e tanti

altri.

Martedì 21 agosto al Festival LatinoAmericando suona Chichi Peralta, grande interprete del merengue fusion. Una miscela di ritmi latini e di jazz

afro-cubano, uno stile proprio di quest’artista che continua a riscuotere un grandissimo riscontro da parte del pubblico. Chichi Peralta, noto anche come Chichi

Peralta y Son Familia, viene da Santo Domingo e inizia a soli quattro anni suonare il tamburo. Prima di lanciarsi nella carriera di solista ha maturato una grande

esperienza e acquisito una notevole visibilità prendendo parte per otto anni come percussionista al gruppo 440 di Juan Luis Guerra, uno dei più importanti

musicisti e poeti nell’ambito della musica dominicana degli ultimi decenni. Con il suo primo album solista, Pà otro lado (1997) interamente prodotto, composto e

arrangiato da lui stesso, Chichi si impone nel panorama della musica latina con un ruolo da grande protagonista. Al suo secondo lavoro discografico, Due vuelta al

barrio (2002) partecipano le voci nuove di César Olarte e René Jeraldino. Tra le sue canzoni più famose vi sono Sol de verano, La siguapa, Procura, Limón con sal,

Me enamore, Amor narcótico, Era bella. Vincitore del Latin Grammy Award con il suo secondo album, ha preso parte anche al Pavarotti & friends e si è esibito con

altri artisti di grosso calibro impegnandosi nel progetto “Musica contro la fame”, un mega-concerto a sostegno di TeleFood tenutosi nella capitale del Paraguay,

con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sul problema della fame e raccogliere fondi da destinare ai miniprogetti dell’organizzazione. Al concerto hanno

partecipato molti ambasciatori di buona volontà della FAO, come Ronan Keating, Noa, Al Bano, Paul Young e l’argentino Axel, oltre a un folto gruppo di cantanti

paraguaiani. Dopo esibizioni di questo spessore il Festival LatinoAmericando è orgoglioso di poter accogliere per la prima volta, martedì 21 agosto, il talento di

questo artista e di poterlo condividere con il suo pubblico.

Al Festival i Kassav’, portano la festosa allegria del loro genere musicale, lo “zouk”, termine

che in dialetto creolo significa appunto “festa” e mercoledì 22 agosto gli artisti, che del genere si sono fatti promotori nel mondo, si applicheranno

rigorosamente per non tradire la dottrina. Maestri di spettacolo sulla scena, hanno fatto il giro del pianeta dimostrando che esiste una vera musica delle Antille

cantata in lingua creola. La loro carriera inizia nel 1979 con l’obiettivo di rinnovare e modernizzare il repertorio musicale antillano –molto legato alla

tradizione del Carnevale- applicando tecniche musicali moderne. Da allora hanno realizzato circa 30 album in 21 anni di vita comune e possono vantare una

collezione prestigiosa di onorificenze e nominations, senza contare le migliaia di spettatori che in tutto il mondo hanno applaudito i loro concerti. Lo zouk,

nasce agli inizi degli anni ’80 nelle isole Guadalupa e Martinica, come risultato di una fusione di ritmi quali il kompas di Haiti, il?merengue della Repubblica

dominicana, la bomba di Porto Rico, la rumba di Cuba, la cadence di Haiti, il reggae della Giamaica, la beguine delle Antille francesi e le musiche calipso e soca

di Trinidad e Tobago. A questo mix di ritmi autoctoni, i Kassav, aggiungono elementi occidentali come le chitarre rock e i fiati funk, insieme a chitarre e

percussioni nello stile dell’Africa occidentale. Mettendo in rilievo il basso, il pianoforte e gli ottoni realizzano un clima festoso e tutto da ballare. In questo

modo il gruppo più famoso, più pioneristico e più duraturo della musica zouk (che trae il suo nome da un biscotto di manioca mischiato a noce di cocco) ha portato

il nuovo ritmo ad un rapido successo, prima nelle isole caraibiche e in America Latina, poi in Africa occidentale, dunque in Europa e in particolar modo in Francia

e in altri Paesi del mondo di lingua francofona. Proprio a Parigi i Kassav’ si sono esibiti in occasione del concerto per il 50° anniversario della Dichiarazione

dei Diritti Umani “The Paris Concert for Amnesty International” (2003) insieme ad un incredibile gruppo di artisti tra cui spiccano Peter Gabriel, Radiohead, Asian

Dub Foundation, Bruce Springsteen, Page e Plant, Youssou N’Dour ed altri ancora, il tutto coronato da un’apparizione speciale del Dalai Lama.

Un

appuntamento di classe giovedì 23 agosto con il jazz di Dave Valentin e il suo The Tropic Heat Quintet. Tra i più importanti interpreti del jazz latino, Dave

Valentin si è dimostrato un uomo di grande valore, non solo artistico, ma anche umano. A soli cinque anni ha scoperto la sua passione per la musica iniziando a

suonare le percussioni e già all’età di undici anni si esibiva in pubblico da professionista. Il suo talento naturale non lo ha privato però della voglia di

imparare, crescere e migliorarsi. All’interno del suo percorso ha assegnato grande importanza alla formazione rappresentata da un lungo periodo di studi musicali:

prima in una scuola di New York, dopo a lezione dai migliori suonatori di jazz allora in circolazione come Hubert Laws, uno dei più grandi flautisti al mondo, che

per sei mesi fu onorato e ben lieto di fargli da mentore. Dopo aver raffinato la sua tecnica anche con Harold Bennett e Harold Jones la sua straordinaria umanità

lo ha portato a restituire quanto egli aveva ricevuto dalla vita, attivando un programma extrascolastico “Change Throught Music” per i bambini della sua città. Il

suo impegno come insegnante durato diversi anni ha dato i suoi frutti convincendo e stimolando tanti ragazzi a portare avanti la propria educazione. Questo

straordinario uomo fatto di musica (di classe) e azioni (di valore), non spreca il fiato per lui prezioso in inutili parole: Dave Valentin mette a disposizione le

sue possibilità facendo qualcosa di davvero concreto per migliorare la realtà diventando così per tanti un modello ispiratore.
L’artista gioisce nel

condividere la propria conoscenza anche sul palco dove si diverte a suonare i flauti della sua collezione: provenienti da tutto il mondo, sono stati raccolti

durante i suoi innumerevoli viaggi in Africa, Giappone, Venezuela, Perù, Ecuador, Brasile e America Indiana. Il flauto è appunto il suo strumento preferito ed è

attraverso questo suo stimato amico, co-protagonista dei suoi spettacoli, che Dave Valentin ha deciso di comunicare il rispetto per le culture e per le diversità,

servendosene talvolta anche per spiegare la cultura dei popoli da cui essi provengono.

Il week-end estivo di questa settimana di fine agosto inizia con la

miscela di samba, rap e hip-hop di Marcelo D2, ex vocalist della band Planet Hemp, da più parti definito come il più importante dei rapper di Rio. Venerdì 24

agosto dal palco del festival trasmetterà agli spettatori l’energia incontrollabile dell’”incantesimo di samba” servendosi di quella che lui definisce la sua

formula segreta “Samba, rap, equilibrio e carattere” con la missione di ”scuotere le persone, rappresentare la voce di chi vuol farsi sentire e non omologarsi

alla massa. Mettere al servizio degli altri l’ esperienza per un mondo migliore, allegro e fatto di contestazioni quando servono”.
L’artista ha confermato il

suo talento artistico consacrandolo con numerosi e autorevoli riconoscimenti di critica e di pubblico si è esibito con artisti di livello internazionale

nell’evento globale “Live Earth 2007”, ed è stato voluto dal famoso musicista brasiliano Sergio Mendes nel suo ultimo album per reinterpretare brani storici della

musica latina al fianco di artisti del calibro di Steve Wonder e Justin Timberlacke. Marcelo Maldonado Gomes Peixoto, in arte Marcelo D2, rimane coerente con le

sue radici anche nell’ibrido di generi di sua nuova invenzione mantenendo alti i fasti delle sonorità latine pure integrandole con la forte identità dell’hip hop

brasiliano, che grazie a lui continua ad assumere una sempre più matura definizione.
LatinoAmericando offre al suo pubblico un sabato rock con il gruppo

argentino Los Enanitos Verdes, in scena il 25 agosto. I “piccoli uomini verdi” sono approdati al successo quando, ricostituita la band scioltasi l’anno precedente,

sono usciti con l’album Igual que ayer (Same as yesterday, 1992). Il successo prosegue con l’album Big Bang (1994) la cui canzone di lancio Lamento Boliviano ha

raggiunto la prima posizione nelle classifiche delle principali radio di tutta l’America Latina, del Messico e delle frequenze latine nelle città di Los Angeles e

Miami: in soli quattro mesi ha conquistato il Disco di platino in Argentina. Los Enanitos riconoscenti per l’entusiasmo del loro pubblico hanno offerto due

concerti all’aperto nella città di Buenos Aires accogliendo più di 40.000 persone. Il tour legato all’album Big Bang conquista il primato del tour più lungo mai

fatto da una rock band Argentina con un totale di 129 spettacoli tra Argentina, America Latina e Stati Uniti. La maturazione artistica si conferma poi con l’album

Guerra Gaucha li porta a quello che è per una band argentina il primo tour realmente statunitense, con tappe nelle più importanti città degli U.S.A. come Los

Angeles, Boston, Washington, Chicago, New York e Dallas. Dopo altri due album, la registrazione di Traccion acustica (1998) con la compagnia americana Polygram ha

valso loro il riconoscimento dato dal fatto di essere il primo gruppo argentino ad appartenere ad una compagnia statunitense, e non di meno la candidatura ai

Grammies nella categoria “Best Latin Rock album”.

La settimana del Festival si conclude alla grande con i New York Salsa All Stars! Un gruppo di grandi

artisti riuniti appositamente per l’occasione: Jimmy Bosch, Alfredo De La Fè, Giovanni Hidalgo, Dave Valentin, Adalberto Santiago, Josè Alberto e i grandi Mercado

Negro.
Da non perdere questo cast d’eccezione che si esibirà sul palco il 26 agosto trasformando il Festival in una grande festa fra amici. Saranno i ritmi e le

melodie di questo straordinario gruppo di vere star dell’olimpo salsero, a donarci
la giusta allegria per concludere queste giornate di agosto.
Il flauto

virtuoso di Dave Valentin con il pazzo violino di Alfredo De La Fe, la voce trascinante di Jose Alberto “El Canario” con le straripanti congas di Giovanni Hidalgo

sono solo una piccola parte di questa costellazione di grandi stelle del firmamento latinoamericano. La maggior parte di loro vanta un curriculum che li vede a

fianco dei più grandi nomi del Gotha contemporaneo in progetti di chiara contaminazione musicale: da Dizzy Gillespie a Tito Puente, da Eddie Palmieri a Machito.

Orario inizio concerti: ore 21,30 circa.
Ingresso 10 euro tutti i giorni tranne: il lunedì 6 Euro, il venerdì e il sabato 15 Euro. Il martedì le donne

entrano gratis.

Il Festival LatinoAmericando, nato nel 1991, è oggi la più importante manifestazione dedicata all’America Latina. Con il passare

degli anni è diventato uno dei principali appuntamenti estivi capaci di portare in Italia la cultura, la tradizione e il calore di un grande continente. Il

festival ingloba diversi aspetti: la musica, la danza, la cultura, la gastronomia, l’artigianato e il turismo. Un evento unico in Europa, con un forte valore

culturale, che integra la dimensione dello svago e del divertimento, con quella informativa sui paesi latinoamericani che da sempre affascinano l’immaginario

collettivo.