28 Settembre 2006
INCONTRO CON LA STAMPA DI SAR S.A.R. IL PRINCIPE DI NAPOLI VITTORIO EMANUELE

S.A.R. il Principe di Napoli Vittorio Emanuele ha incontrato oggi alle 15 i giornalisti a Milano.
Nel suo intervento ha affrontato i temi delle intercettazioni che lo coinvolgono, la vicenda di
quasi trent’anni fa all’isola di Cavallo, e la questione dinastica.

All’incontro coi giornalisti erano presenti l’avvocato Segio Calvetti, che segue la diffida contro
gli Aosta, e l’avvocato Murgia che ha studiato le intercettazioni per la vicenda di Cavallo.

Il Principe non ha voluto entrare nello specifico delle indagini e delle accuse della Procura di
Potenza non volendo interferire con l’inchiesta in corso.

Segue il testo di quanto ha dichiarato alla stampa.

Buongiorno. Vi ringrazio per la vostra presenza.
I signori giornalisti, i rappresentanti delle principali associazioni e organizzazioni di ispirazione monarchica, i molti amici che sono stati vicini a me e alla mia famiglia sempre, anche in questi ultimi mesi.

Grazie a chi è qui con me oggi. Voglio fare alcune dichiarazioni a proposito della Giustizia e della mia famiglia.
Sono stato in silenzio per molte settimane, su suggerimento dei miei avvocati. Ora è il momento di parlare, di fare emergere la verità.

Stiamo vedendo ogni giorno che cosa accade in questo Paese, il mio Paese, con le intercettazioni telefoniche, le fughe di notizie, la voglia di protagonismo di alcuni personaggi. Un sistema che si autoalimenta, che utilizza i media in modo spregiudicato. Solo che queste notizie, lo stiamo vedendo in modo sempre più chiaro, sono talvolta manipolate o non sono vere.
Non so se ci sia un disegno unico dietro a quello che mi è accaduto. Ma ora io voglio parlarvi di Giustizia, della mia fi ducia nella Giustizia.

Il nome di Casa Savoia fa parte da mille anni della Storia d’Italia e dell’Europa. E’ un nome importante che si impara a conoscere fi n da piccoli, un nome vivo nella cultura di noi italiani.

Lo scorso inverno alcuni sondaggi ripresi anche da voi sui vostri giornali hanno rivelato una popolarità inaspettata di Casa Savoia, e in particolare di mio figlio, Emanuele Filiberto. In un momento di confusione sociale e politica le persone si affi dano ai simboli conosciuti. So bene che la nostra popolarità non era e non è solo il frutto delle nostre persone.

Io non credo sia un caso che da quel momento sia iniziato un sistematico attacco a Casa Savoia.
Nel modo subdolo dei poteri occulti. Con messaggi indegni, con intercettazioni i cui testi estrapolati e resi pubblici fuori da ogni contesto danno un senso diverso a quello che viene detto. Ma soprattutto con l’obiettivo di colpire la mia, la nostra immagine e non per scoprire ciò che può essere rilevante per la giustizia.

Siamo stati attaccati da ogni fronte. Quello giudiziario, quello personale, da alcuni giornali. Addirittura il mio lontano parente, il Duca D’Aosta, torna con le sue vecchie pretese sulla guida della mia Casa. Io credo che Amedeo D’Aosta sia uno strumento inconsapevole di questo attacco.

Difficile colpire Casa Savoia compatta e unita. Più semplice colpirla se fossero gli Aosta a guidarla.

Risolviamo una volta per tutte la questione dinastica, ristabiliamo la verità.

Mai mio padre Re Umberto II ha citato in alcun modo, né verbale né per iscritto, Amedeo d’Aosta quale suo erede. Anzi, lo sollevò dall’incarico di esecutore testamentario. Non lo citò nel testamento proprio per evitare una qualsiasi interpretazione strumentale alle sue mire, già conosciute dal Re.
Lo sanno bene gli esecutori testamentari e i membri della mia Casa. Tutti loro sottoscrissero, all’indomani della morte di Sua Maestà il Re mio Padre, un atto in cui riconoscevano in Vittorio Emanuele il Capo della Dinastia, il Gran Maestro del Supremo Ordine dell’Annunziata e dell’Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro.

E’ bene sapere che la Consulta dei Senatori del Regno fondata nel 1965 sotto gli auspici di mio Padre il Re non ha mai messo in discussione la linea dinastica di Casa Savoia. Peraltro non avrebbe comunque nessun potere per farlo. Nemmeno il Senato del Regno lo aveva.
Il resto sono invenzioni. Qualsiasi altra Consulta è una invenzione.

I D’Aosta sono stati diffidati, dovranno rispondere davanti alla giustizia di come hanno usato abusivamente gli stemmi e il nome dalla Casa Reale d’Italia.

Vi parlo ancora di Giustizia. Alcune settimane fa i miei avvocati chiesero ai giudici di Potenza di concedermi di andare all’estero, a trovare mia nipote appena nata. Mia nipote Luisa. I giudici di Roma e di Como già mi hanno revocato ogni limitazione. La risposta dei magistrati di Potenza è stata no!
Per sostenere questa decisione hanno presentato frammenti di conversazioni fuori dal loro contesto su fatti vecchi e chiusi da decenni.
Hanno stravolto il senso del mio pensiero e delle mie parole.

Vi parlo dunque di Giustizia, di verità e della tragica morte di Dirk Hamer.
Due tribunali francesi si sono pronunciati prosciogliendomi da ogni responsabilità. Non mi hanno solo assolto. Mi hanno prosciolto.

Lo hanno fatto perché ci sono prove chiare, esaminate per anni con tecniche sempre più sofisticate.
La pallottola che ha colpito il ragazzo non poteva essere del mio fucile. Lo hanno dimostrato i periti davanti alla Corte d’Assise e al giudice istruttore.
Qualcuno ha sparato con una pistola a quel povero ragazzo.
Non è stato il mio fucile.
Non ci sono dubbi.
Non ci sono incertezze.

Questa è la verità. Vittorio Emanuele è stato prosciolto per questo motivo.

Vorrei parlarvi di Giustizia e delle accuse che mi sono state fatte in questi mesi. Ma non lo posso fare.
Non posso ad esempio darvi le trascrizioni originali delle mie telefonate dalle quali si capisce ben altro di quello che vi è stato raccontato. Io non posso farlo.

Mi chiedo perché un solo giornale ha scritto, in poche righe, di quello che ha scoperto l’indagine del Consiglio Superiore della Magistratura a Potenza. Ho letto di come parlava di me coi suoi colleghi il pubblico ministero ben prima di arrestarmi. E chissà cosa avrà detto al telefono… ma questo non lo sapremo mai.

Posso però raccontarvi di quante buste con dentro del denaro ho accolto da persone generose che hanno sostenuto le decine di iniziative benefi che finanziate dalle fondazioni e associazioni che fanno riferimento a Casa Savoia. Tutto alla luce del sole. Tutto documentato.

E su questo argomento concludo, con un appello. Non fermiamo le attività di solidarietà in cui la mia famiglia è impegnata. Andate voi giornalisti a vedere nei luoghi in cui sono stati spesi i soldi raccolti dalle nostre fondazioni e dai nostri ordini dinastici. Avete l’elenco nelle vostre cartelle. Ci sono persone che hanno bisogno e che soffrono ancora più di noi per quello che è accaduto.

Vi ringrazio. Io non posso rispondere alle vostre domande sulle mie vicende. Ci sono i miei avvocati che vi daranno ogni chiarimento e documento che vi potrà essere utile, se vorrete parlare di verità e di Giustizia.

Grazie ancora.
Vittorio Emanuele