Si è svolta questo
pomeriggio a Firenze la tavola rotonda dal titolo “Fare sistema: quali iniziative per il rilancio del sistema manifatturiero in Toscana?” organizzata da Mps Banca
per l’impresa.
L’incontro è servito per far confrontare istituzioni pubbliche e imprenditori sul rilancio di un importate segmento dell’industria
regionale. La tavola rotonda ha fatto seguito alla presentazione del quinto rapporto Met, illustrato questa mattina nella stessa sede del Convitto della Calza.
L’incontro è stato coordinato da Ambrogio Brenna, assessore alle Attività produttive della Regione Toscana. Hanno partecipato Sergio Ceccuzzi, presidente di
Confindustria Toscana, Giovanni Doddoli, presidente Lega Cooperative Toscana, Luca Mantellassi, presidente Camera di commercio di Firenze, Alberto Magnolfi
vicepresidente commissione Sviluppo economico Regione Toscana, Marco Morelli vicedirettore generale Banca Monte dei Paschi di Siena e Sergio Giunti presidente
edizioni Giunti.
Ambrogio Brenna, assessore attività produttive Regione Toscana, ha preso spunto dai dati del rapporto Met comunicati questa mattina. Per
Brenna il
rapporto conferma che vi è una concentrazione di risorse verso interventi in ricerca e sviluppo. La difficoltà delle imprese molto spesso è la
microdimensione che impedisce di investire in risorse di innovazione.
Brenna ha poi sottolineato l’importanza della selettività delle risorse e la capacità di
orientare le domande. La sfida produttiva è quella di arrivare a un distretto industriale integrato: un insieme di strutture ed economie competitive di cui
l’intero sistema distrettuale possa avvalersi. Fattori e vincoli alla capacità di innovare sono i primi su cui intervenire per consolidare i distretti. Tra gli
obiettivi operativi principali, Brenna ha indicato: creazione di reti e filiere d’imprese, riduzione dell’impatto ambientale e del consumo energetico,
potenziamento e qualificazione del sistema delle infrastrutture, sostegno e diffusione di strumenti di responsabilità sociale dell’impresa. Per l’assessore
internazionalizzare non vuol dire solo andare a vendere all’estero. Il manifatturiero è ancora uno degli aspetti su cui investire strategicamente per un
riposizionamento economico.
Alberto Magnolfi, vice presidente della commissione Sviluppo economico Regione Toscana individua nelle difficoltà d’accesso ai
finanziamenti le principali problematiche da affrontare. Poi vi sono l’incertezza delle procedure e l’eccessiva burocrazia. Magnolfi ha parlato della proposta di
legge su strumenti e competitività delle imprese che si sta discutendo con il Consiglio regionale e gli operatori. Questa proposta di legge regionale, dice
Magnolfi, ha come condizione fondamentale che la politica si impegni davvero a creare strumenti e condizioni per favorire la competitività delle imprese. Questa
proposta individua una serie di elementi da sviluppare a partire dagli obiettivi: sviluppo del capitale umano; creazione degli strumenti, tra cui agevolazioni e
finanza innovativa; procedimenti di finanziamento e loro modalità istituzionali; intervenire sui distretti e la semplificazione delle procedure amministrative. Per
quanto concerne i distretti, Magnolfi li ritiene un patrimonio assoluto della regione che racchiudono la specificità del territorio. Ma i distretti sono in crisi,
da lì bisogna ripartire per percorrere la strada dello sviluppo. Concentrarsi dunque sui distretti funzionali, che sono un’opportunità per le imprese nei quali
possono riunirsi per collaborare nella realizzazione di determinati progetti, non per creare imprese più grandi.
Sergio Ceccuzzi, presidente di
Confindustria Toscana sostiene che nel sistema manifatturiero è ricominciato un periodo di crescita. Le imprese hanno fatto un grosso sforzo, hanno capito che
dovevano cambiare il loro modo di essere. il presidente degli industriali toscani ha sottolineato l’Importanza degli investimenti non solo nei prodotti e nei
processi, ma anche nelle risorse immateriali, per esempio nel marketing. C’è poi bisogno di certezze sui tempi di realizzazione degli interventi da parte delle
istituzioni pubbliche. Ceccuzzi ha riconosciuto che in questi cinque anni di stagnazione il sistema bancario ha sostenuto le imprese. Ma ora ci vuole più gestione
manageriale nelle aziende, anche in quelle più piccole, aggiunge. Ceccuzzi ha concluso auspicando che la finanza diventi ancora di più partner delle imprese e che
vi sia una maggior efficienza operativa anche da parte del settore pubblico.
Marco Morelli, amministratore delegato di MPS Banca per l’Impresa e vice
direttore Banca Monte dei Paschi di Siena, ha evidenziato il cambiamento dei sistemi di finanziamento. Fino a dieci anni fa il sistema bancario sosteneva le
imprese con forme di finanziamento in modo standardizzato, tradizionale. Negli ultimi sette, otto anni si è verificato un cambiamento. Si va sempre di più verso
forme di finanziamento, project finance, che tengono conto quasi esclusivamente della bontà dell’idea presentata dalle imprese e dalla valutazione della sua
redditività. Oggi nel sistema bancario europeo ha più successo chi riesce meglio ad adattarsi a questo cambiamento. Il capitale messo a disposizione per il sistema
manifatturiero e industriale c’è. E le banche si stanno sempre più attrezzando in uno scenario caratterizzato da una grande concorrenza. Le condizioni per far
ripartire il sistema manifatturiero, indipendentemente dalle dimensioni delle imprese, ci sono tutte. La banca deve dare idee, uomini, processi e decisioni veloci.
Basilea 2 non sarà solo un problema per le banche, ma anche per le imprese, perché le imprese dovranno avere un assetto congruo ai parametri cui uniformarsi.
Morelli ha concluso sottolineando come sia importante che una banca si metta a disposizione di un’impresa e svolga un ruolo da facilitatore a livello di
sistema.