21 Giugno 2022
L’80% della popolazione italiana soffre di Social Jet Lag: a ”Italia Sonno 2022” il quadro di una società italiana di deprivati di sonno

Roma, 18 giugno 2022 – Circa l’80% della popolazione attiva in Italia soffre di Social Jet Lag; è quanto emerso oggi a “Italia Sonno 2022”, l’evento nazionale sul tema della medicina del sonno, organizzato grazie alla consulenza scientifica della dott.ssa Loreta Di Michele, dell’Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini di Roma, e del prof. Sergio Garbarino, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova e Medicina del Lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Per Social Jet Lag si intende il disallineamento tra il ritmo sonno-veglia preferito da una persona e il ritmo sonno-veglia effettivo, – sottolinea il prof.Garbarino – disallineamento causato da obblighi sociali come gli orari di lavoro e di scuola. In una società come la nostra, h24 7 giorni su 7, con stili di vita ed esigenze sociali di famiglia e lavoro, una percentuale sempre maggiore di persone soffre di riduzione delle ore dedicate al sonno.”
La forte influenza del social timing sull’uomo diventa evidente quando si analizza il comportamento sonno-veglia durante i giorni di lavoro, a diversi gradi di criticità. Oltre il 64% dei lavoratori a turno infatti perde almeno 1 ora di sonno al giorno, arrivando a fine settimana ad aver accumulato un “ritardo” sul riposo di circa 5 ore; addirittura, oltre il 20% arriva a perdere 2 ore di sonno al dì, arrivando nel weekend con quindi 1 giornata di mancato sonno (Fonte: J Biol Rhythms, 2021).
Il Social Jet Lag si manifesta con le medesime caratteristiche del jet lag, determinando un elevato grado di stress lavorativo, a cui si associano spesso programmi irregolari di alimentazione e una minor regolarità nell’attività fisica.
E’ quindi necessaria impostare una corretta “igiene del sonno”, e in particolare mirata per i turnisti – conclude il prof. Garbarino – con programmi di promozione di sleep health, impostando delle contromisure capaci di ridurre gli esiti negativi associati alla durata dei turni, come una scelta ponderata del tipo di rotazione, dove lo schema mattino-pomeriggio-notte è da preferire rispetto a quello pomeriggio-mattino.notte, la programmazione dei turni e l’introduzione del sonnellino prima del lavoro notturno, rispetto all’uso di melatonina e di luce artificiale per ri-sincronizzare l’orologio biologico.. A queste misure si aggiunge la necessità di un intervento a livello politico perché la loro applicazione venga guidata da una valutazione dei rischi da gestire prima che diventino un problema di salute pubblica.”