22 Agosto 2016
Locusta (Villaggio Amico): dieci campanelli d’allarme dell’Alzheimer

La malattia di Alzheimer provoca un lento declino delle capacità cognitive. Non esiste la possibilità di predire, a un determinato individuo, lo sviluppo o meno della malattia. Non esiste nemmeno un test specifico per determinare l'insorgere del morbo di Alzheimer ma più test cognitivi che vanno a indagare le aree deficitarie. Tuttavia, se un soggetto ha persistenti difficoltà di memoria, di ragionamento, di linguaggio o nella capacità di pensare in maniera adeguata come faceva prima, questi segnali non vanno ignorati perché potrebbe trattarsi dei cosiddetti "campanelli di allarme" della malattia. L'aumento considerevole dell'età media della popolazione generale ha fatto emergere la problematica della demenza, causa di una progressiva perdita di autonomia del soggetto. L'invecchiamento cosiddetto "normale" non porta però necessariamente alla demenza: oltre i 65 anni solo il 7% degli italiani è affetto da questa patologia. E’ dunque fondamentale identificare quali sono i segnali della malattia, che la dottoressa Loredana Locusta (responsabile del Centro Alzheimer presso il centro polifunzionale Villaggio Amico alle porte di Milano) ha riassunto in un decalogo, in modo da permettere ai familiari di vivere al meglio la quotidianità del proprio caro. 

 

Sintomi cognitivi

 

1. Amnesie: 

– uno dei segnali più comuni della malattia di Alzheimer è la perdita di memoria. 

– il soggetto comincia ad avere difficoltà nel ricordare ciò che è accaduto di recente, come ad esempio cosa ha mangiato per il pranzo

– nell’invecchiamento non patologico, il soggetto ha delle dimenticanze, relative ad esempio ad alcuni nomi di persone a lui familiari, ma li ricorda dopo poco. 

 

2. Impossibilità nel portare a termine compiti semplici:

– tutte quelle attività che prima si facevano con facilità ora diventano più complicate. 

– pensiamo, ad esempio, al vestirsi da soli o alla difficoltà che si può incontrare nel preparare una ricetta che in precedenza era familiare

 

3. Disturbi del linguaggio: 

– il soggetto ha difficoltà nel denominare un oggetto, pur riconoscendolo

– spesso per arginare tale difficoltà utilizza termini non esatti, spesso parole più semplici che impoveriscono il linguaggio stesso

– inoltre, si ha la sensazione di avere sempre la parola cercata "sulla punta della lingua", senza riuscire ad esplicitare il concetto che si ha in mente

 

4. Difficoltà di ragionamento e pianificazione:

– diventa sempre più difficile eseguire i calcoli, seppur semplici e condurre un ragionamento lineare

– una delle difficoltà più comuni riguarda l'incapacità di gestire in maniera adeguata il denaro, portando a termine spese eccessive o prive di utilità

 

5. Disorientamento temporale: 

– il soggetto tende a perdere il senso delle date e a confondere i giorni della settimana o le stagioni dell'anno

 

6. Disorientamento spaziale: 

– i percorsi abituali diventano complicati, anche il tornare verso la propria abitazione può generare confusione

– uno dei primi segnali di un'alterazione a questo livello è la perdita di orientamento dei soggetti quando sono alla guida dell'automobile oppure quando si allontanano da ambienti familiari come, ad esempio, dalla propria abitazione

 

7. Difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali:

– avere dei problemi visivi potrebbe essere un segnale del morbo di Alzheimer

– si può avere difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto

– bisogna però prima effettuare un'analisi differenziale che escluda che si tratti di problemi visivi legati, ad esempio, alle cataratte. 

 

 

Sintomi non cognitivi:

 

8. Irritabilità e delirio: 

– sono frequenti gli episodi in cui il soggetto appare irascibile e accusa le persone che gli sono vicino, attuando comportamenti spesso incongrui

– possibili sono anche i deliri, soprattutto di tipo persecutorio

 

9. Ansia e depressione:

– frequenti episodi di ansia e deflessione del tono dell'umore 

 

10. Apatia e abulia: 

– perdita di interesse verso le persone care e tutte quelle attività che prima risultavano fonte di interesse e piacere

– il soggetto può iniziare a rinunciare alle attività sociali e relazionali

– gli hobby, i progetti di lavoro o le attività sportive vengono tralasciate.