
Il 4 Agosto di cent’anni fa nasceva ad Ostenda in Belgio mia nonna, la Regina d’Italia, Maria Josè.
Vorrei ricordare oggi la sua indimenticabile personalità e la grandezza intellettuale che l’ha contraddistinta. Non fu facile la sua vita, ma ebbe sempre il
coraggio di superare gli ostacoli con forza, determinazione e con positività.
Ho molti ricordi legati a mia nonna: ho avuto il privilegio di essere cresciuto
accanto a lei e di averla potuta frequentare assiduamente. Ancora oggi, a cinque anni dalla sua scomparsa, manca molto a tutti noi e spesso mi trovo perso nei
ricordi a trarre ispirazione e forza per superare i momenti difficili e per condividere con il pensiero le mie gioie.
Ci sono alcune immagini di mia nonna
per me indelebili: era sua consuetudine organizzare la mia festa di compleanno nel parco del Castello di Merlinge, accanto a Ginevra, dove lei abitava. Invitava
molti italiani che, per l’occasione, venivano da ogni parte d’Italia a salutarmi, perché per lei era un modo di farmi conoscere il mio paese che, purtroppo, non
avevo il diritto di vedere.
Ricordo in particolare una di queste feste, durante la quale la fanfara dei Bersaglieri schierata in divisa con il Tricolore mi
sorprese suonando per me la Marcia Reale. Mia nonna si è sempre impegnata affinché nascesse in me la coscienza e l’orgoglio di essere italiano, conscia del fatto
che fosse difficile comprendere tutte le sfacettature di un popolo meraviglioso e speciale come quello d’Italia per chi è nato e cresciuto in esilio in Svizzera.
La Regina si tratteneva molte ore nella tranquillità di un piccolo chalet di legno nel bosco vicino al castello di Merlinge per scrivere e per studiare
la storia di Casa Savoia. Nonostante fosse il suo rifugio privato, amavo raggiungerla perché mi raccontasse dell’Italia, non solo dal punto di vista storico,
artistico e geografico, ma cercava di spiegarmi anche gli aspetti che una cartolina, un filmato o delle foto non avrebbero potuto mai trasmettermi. Mi descriveva
così i diversi modi di esprimersi degli italiani per ogni regione, il profumo dei mercati nelle piccole piazze delle città, la fragranza di pane fresco nei tipici
viottoli dei centri storici ed il particolare calore della gente: aspetti e peculiarità del mio Paese che mi era vietato conoscere.
Oggi che finalmente posso
respirare quei profumi, ascoltare gli accenti e vedere i sorrisi degli italiani, il mio pensiero va subito a lei.
Nonna era così, il mio filo diretto con
l’Italia e con i miei concittadini.
Nel 2001 per celebrare il suo ricordo a pochi giorni dalla scomparsa ho voluto creare la Fondazione Principe di Venezia
affinché uno dei suoi messaggi di pace e cultura divenisse realtà: utilizzare l’arte come veicolo di confronto tra le diversità dei popoli.
Grazie al suo
indimenticabile esempio nella solidarietà, anche come Ispettrice Generale della Croce Rossa Italiana, ho voluto impegnarmi in numerose attività di beneficenza che
promuovo in tutta Italia con determinazione insieme a mia moglie Clotilde.
Voglio quindi oggi ringraziare Suor Miriam che a Padova, all’ombra delle cupole
della Basilica di Sant’Antonio, dedicherà la sua nuova struttura a mia nonna intitolandola “Casa Famiglia Regina Maria Josè”. Potrà contare certamente sul nostro
sostegno nel suo encomiabile progetto.
In questo luogo, che ho visitato lo scorso giugno, molte decine di bambini e di madri in stato di grave difficoltà
possono trovare rifugio, aiuto ed amore.
E’ bello pensare che ricorderanno il nome dell’ultima Regina d’Italia in un modo che lei certamente avrebbe
apprezzato: per l’aiuto verso il prossimo.