Un progetto di riqualificazione delle carceri permette il recupero e la distribuzione di prodotti e arredi a rischio spreco donati da aziende del territorio, con un beneficio in termini di emissioni di CO2 evitate e un impatto sociale sulle comunità. L’iniziativa è coordinata dal Comune di Milano e supportata da Regusto, prima piattaforma ESG blockchain per la lotta allo spreco. Regusto mette in contatto Aiutility, ente non-profit di riferimento per il progetto nel territorio, con alcune aziende che si sono rese disponibili per ottimizzare il recupero e la distribuzione di prodotti e arredi che vengono messi a disposizione di quattro carceri sul territorio milanese. Le strutture coinvolte sono: San Vittore, Beccaria, Bollate e Opera. Recuperati già 27.000 kg di prodotti destinati allo smaltimento, per un valore economico di 70.000€ e un risparmio di 16 tonnellate di CO2, che equivale all’aver salvato 650 alberi dall’abbattimento.
Milano, 21 novembre 2024 – Attraverso la piattaforma ESG di Regusto le aziende interessate possono donare prodotti usabili ma invendibili, e che andrebbero quindi smaltiti con un impatto a livello economico, ambientale e sociale. I prodotti sono recuperati e distribuiti alle strutture attraverso l’associazione Aiutility, ente capofila dell’iniziativa. Il progetto è attivo e andrà avanti anche per il prossimo anno, con il coinvolgimento del Comune di Milano e del consigliere comunale Alessandro Giungi. Le aziende al momento coinvolte nel processo di recupero e ridistribuzione di prodotti sono Saipem e Tecnomat. Nello specifico Saipem ha contribuito con una donazione di 578 pezzi dal valore economico di 51.600 € e un peso complessivo di 23.000 kg. Tecnomat ha già effettuato due donazioni dal valore economico di 19.500€ di merce e un totale di 3.680 kg.
Alessandro Giungi, consigliere comunale, commenta: “Il progetto di Aiutility e di Regusto è davvero molto bello. L’idea di coinvolgere grandi realtà quali catene di alberghi e importanti multinazionali nel recuperare arredi e mobili per migliorare la qualità della vita nelle carceri è importante a livello sociale, ambientale e culturale. Le carceri devono diventare luoghi in cui trascorrere il periodo di pena in maniera dignitosa e in ambienti che permettano una socializzazione e una vita in un ambiente dotato di arredi e sanitari in buone condizioni. Con questo progetto tale obiettivo si avvicina, dando una nuova vita ad oggetti che altrimenti, pur nuovi, sarebbero stati distrutti.”
Da inizio progetto sono stati recuperati oltre 27.000 kg di prodotti e arredi invenduti o destinati allo smaltimento, corrispondenti a circa 4.000 unità di prodotti di vario genere che ricevono una nuova vita. In questo modo sono state riqualificate e rinnovate alcune parti delle strutture detentive fornendo un prezioso supporto a livello sociale ed economico. Tra i prodotti recuperati e donati: accessori bagno e sanitari (lavabi, wc, bidet, piatti doccia e rubinetti) e arredo (scrivanie, armadi, sedie, tavoli, ecc). Il recupero di materiale a rischio spreco permette alle aziende un risparmio in termini di costi di stoccaggio e smaltimento, generando anche un positivo impatto ambientale sui prodotti che non finiscono in discarica.
“Il carcere dovrebbe essere per definizione il luogo del recupero, della seconda possibilità. Siamo contenti di questa importante collaborazione che consente di migliorare le condizioni di vita all’interno della struttura e contribuire al miglioramento ambientale. Ancora una prova di grande attenzione del territorio e alla realtà del carcere e di integrazione del carcere con le diverse realtà territoriali, istituzionali e del terzo settore. Un ringraziamento particolare ad Aiutility e a tutte le persone che contribuiscono, con segni concreti e tangibili, ai nostri percorsi di recupero” – aggiunge Giacinto Siciliano, Direttore della casa circondariale di Milano San Vittore.
Paolo Rellini, Coo e co-founder di Regusto, commenta: “Il progetto sviluppato in collaborazione con il prezioso contributo dell’associazione Aiutility ha l’obiettivo di mettere in connessione diversi attori del territorio per un fine comune di alto valore sociale, economico e ambientale: la riqualificazione di strutture detentive che necessitano di interventi importanti per restituire dignità a quei luoghi. Allo stesso tempo si punta anche a sensibilizzare le aziende su una situazione di emergenza a livello locale e nazionale. Il circolo virtuoso innescato permette alle aziende di abbattere i costi di smaltimento e stoccaggio e generare allo stesso tempo un impatto positivo a livello ambientale e sociale. Il progetto andrà avanti coinvolgendo tutte le aziende interessate a donare le proprie eccedenze e potrà essere replicato in altre parti d’Italia con il prezioso supporto delle istituzioni.”