11 Maggio 2016
Muti: “Ecco perché ritorno alla Scala”

Il maestro sul palcoscenico scaligero dopo undici anni di assenza. Ne parla per la prima volta in esclusiva su Classic Voice. E non esclude prossimi impegni operistici: “È una questione di calendario”

 

11 maggio 2016 – Una mostra e due concerti (il prossimo gennaio) con la Chicago Symphony Orchestra nel teatro che lo ha visto direttore musicale per vent’anni. A meno di un mese dall’inaugurazione della mostra che la Scala gli dedica, Riccardo Muti parla per la prima volta del suo ritorno alla Scala dopo undici anni di assenza in un’ampia intervista esclusiva per Classic Voice (in edicola da venerdì 13), che gli dedica la copertina del numero di maggio. 

 

Da Chicago, dove è direttore musicale di una delle più importanti compagini sinfoniche a livello internazionale, Muti chiarisce i motivi che lo hanno indotto ad accettare la proposta del sovrintendente Pereira di allestire una mostra a lui dedicata in occasione dei 75 anni (li compirà il prossimo 28 luglio, ed è l’unico caso, finora, di una mostra allestita dalla Scala su un direttore in attività). 

 

Il 5 giugno il maestro napoletano salirà sul palcoscenico del Piermarini “per parlare alle nuove generazioni”, precisa, “e per ricordare alle vecchie il mio lavoro ventennale alla Scala, compreso l’accento sulla quantità di musica contemporanea che ho diretto a Milano. Questa mostra dirà la verità su quello che ho fatto”. 

 

Nell’ampia intervista Muti affronta i suoi attuali rapporti con la dirigenza scaligera e dichiara: “Nonostante la fine improvvisa del rapporto, oggi non ho nessun rancore verso il teatro. Ognuno di noi può commettere errori, però una cosa me la riconosco: di aver dato in quegli anni tutto me stesso. Si vede dal repertorio sinfonico e operistico che ho diretto e dalla qualità dell’orchestra”. 

 

Il maestro ripercorre i venti anni di direzione musicale della Scala, ricordando i risultati artistici più rilevanti, i progetti che hanno qualificato la “sua” Scala rispetto al passato, il rapporto con artisti, pubblico e critica; e rivela che dopo i concerti con la Sinfonica di Chicago, per il ritorno sul podio scaligero per una produzione d’opera (che richiede un periodo molto esteso di permanenza a Milano) è soprattutto una questione di calendario: “Per ritornare alla Scala, ammesso che io abbia intenzione e, ripeto, non ho niente contro il teatro, devo trovare lo spazio. Per trovare lo spazio”, puntualizza, “devo cancellare delle cose perché il mio calendario è già avanti di diversi anni. Non sono un disoccupato, insomma”.