9 Marzo 2020
Paolo Stern (NexumSTP): meno burocrazia, più formazione e approccio friendly delle piattaforme per favorire il welfare aziendale

I risultati del recente rapporto Censis-Eudaimon e i dati dell’osservatorio di NexumSTP, che oggi fa consulenza a oltre 10 mila imprese in Italia, sono in linea: chi non conosce il welfare aziendale è scettico, chi lo prova è soddisfatto. Intanto, chi usa strumenti di welfare ha più risorse per fronteggiare le emergenze.

 

9 marzo 2020 – E’ stato presentato di recente il terzo rapporto Censis-Eudaimon, uno dei maggiori player in tema di welfare aziendale in Italia. I dati emersi sono molto interessanti e confermano ciò che l’osservatorio NexumSTP sta registrando nel mondo delle PMI:
In primis, la tecno-polarizzazione dei redditi dei lavoratori per effetto dell’intensità tecnologica e del contenuto di conoscenza del settore produttivo di occupazione; le paure di fronte al cambiamento atteso e il ruolo potenziale del welfare aziendale come risposta alla tecno-disuguaglianza attesa”, dice Paolo Stern – presidente di NexumSTP.
Limitandoci ad analizzare il fenomeno del welfare aziendale, risulta come questo sia in crescita ma si scontri con difficoltà burocratiche e resistenze dei lavoratori (spesso sindacali) specialmente la fascia caratterizzata da una scolarizzazione più bassa. Una evidenza che risulta empiricamente confermata da quanto emerso dal programma “Giro di Welfare”, l’iniziativa itinerante dedicata al tema del welfare aziendale per le PMI che Nexumstp ha avviato nel 2019 con 7 tappe in tutta Italia e che riprenderà nel corso dell’anno. L’obiettivo è fare cultura rispetto alle opportunità e alle soluzioni più innovative di welfare aziendale. Chi usa soluzioni di questo tipo ha più risorse per fronteggiare le emergenze perché accede alla sanità integrativi, a servizi di time saving, baby-sitter, badanti, e così via”, commenta Stern.
Alla domanda “Il welfare aziendale contribuirà a migliorare la qualità della vita in azienda, il clima aziendale e la soddisfazione dei lavoratori” solo il 45% degli operai ha risposto positivamente evidenziando diffidenza nel sistema. Ma chiedendo ai fruitori di servizi di welfare un giudizio rispetto alla propria soddisfazione verso tali strumenti, le risposte da parte degli operai (78,8%) hanno superato in termini di positività quelle degli impiegati (60,0%).
Chi non sa è scettico, chi lo prova è soddisfatto. Volendo tracciare una linea di indirizzo per il futuro del welfare aziendale, le strade da percorrere devono prevedere la rimozione di qualche ostacolo burocratico e tanta informazione e formazione ai lavoratori”, prosegue Stern. – “Per favorire lo sviluppo del welfare aziendale risulta centrale l’intervento dei fondi interprofessionali e degli enti bilaterali che, attraverso specifici finanziamenti, possono supportare aziende e lavoratori”.
Conclude Stern: “Un altro elemento determinante è l’approccio “friendly” delle piattaforme di welfare. Se, come rileva il rapporto Censis-Eudaimon, la tecnologia spaventa questo non deve capitare nel caso delle piattaforme di welfare. Accesso semplice e intuitivo ma soprattutto libertà di spesa per il lavoratore sono alcuni elementi indispensabili. Se è la piattaforma a decidere dove il lavoratore deve spendere i propri soldi (convenzioni) ci sarà immediata ritrosia verso il sistema. Se al contrario è il lavoratore a decidere (servizio on demand) la fiducia verso il sistema sarà ampia”.

 

*Il welfare aziendale sta contribuendo a migliorare la sua qualità della vita?
Dirigenti – Impiegati – Operai – Totale
Sì 89,5 – 60,0 – 78,8 – 66,1
No 10,5 – 40,0 – 21,2 – 33,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2020