12 luglio 2021 – L’attuale contesto di mercato e di Industria 4.0 sta avendo un impatto diretto sulle competenze richieste dal mercato del lavoro. Questo processo ha registrato una ulteriore accelerazione in seguito alla pandemia, con una spinta ancora più forte alla digitalizzazione già in atto. Una ricerca del World Economic Forum (WEF) di ottobre 2020 dice che l’80% delle organizzazioni aziendali ha gestito l’automazione delle attività e la formazione a distanza, ma solo il 40% ha implementato programmi di up-skilling e re-skilling. “In questo scenario dobbiamo tener presente che le persone si trovano al centro della trasformazione digitale, di conseguenza vanno supportate con attività di formazione continua di fronte all’emergere di nuovi lavori e ruoli”, afferma Paolo Stern, presidente di Nexumstp.
La necessità di sviluppare nuove competenze è trasversale a tutte le fasce di popolazione in età di lavoro attiva e riguarda sia le hard skills (competenze tecnico-professionali e competenze trasversali digitali), sia le soft skills, le competenze relative al saper essere che contano in modo prevalente (85%) rispetto alle hard skills (15%). La formazione diventa, quindi, una leva strategica per lo sviluppo delle competenze, in ottica di lifelong learning, aspetto fondamentale per sopravvivere ed essere competitivi all’interno di un mercato del lavoro in continua trasformazione. Per investire in questo percorso, le aziende oggi hanno a disposizione tre tipologie di strumenti di formazione finanziata di cui spesso non conoscono meccanismi e vantaggi: i fondi interprofessionali, il nuovo bonus formazione nel piano transizione 4.0 e il fondo nuove competenze.
I fondi interprofessionali sono utilizzati da oltre 900 mila aziende e circa 10 milioni di lavoratori. Ogni anno vengono gestiti in relazione a questi fondi 659 milioni di euro e ne vengono stanziati tramite avvisi pubblici circa 357 milioni di euro. Ciò significa che ogni azienda può ottenere molto di più di quanto versa, attingendo alle quote non utilizzate da altre imprese che rinunciano a questa opportunità per vari motivi. Talvolta perché non riconoscono il valore della formazione, oppure per mancanza di conoscenza dell’opportunità o delle modalità di accesso.
Il bonus formazione rientra nel piano nazionale “Impresa 4.0” ed è stato confermato anche per il 2022. Si riferisce alla formazione del personale dipendente sulle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Ambiti di attività compresi nel bonus sono per esempio la cybersecurity, i big data e l’analisi dei dati, la robotica avanzata e collaborativa, la protipazione rapida, ecc. Il credito d’imposta che matura in base alle attività formative è calcolato in base alla dimensione aziendale. La formazione può essere erogata da personale interno all’azienda oppure da soggetti esterni accreditati.
Infine, il fondo nuove competenze – creato ed è gestito da Anpal – è uno strumento di politica attiva che è stato completamente utilizzato, per un ammontare di 730 milioni di euro tra risorse derivanti da fondi europei e interventi sul Recovery fund, ma che gode già di una previsione di rifinanziamento di 1 miliardo di euro circa con le risorse del programma React-Eu. Grazie a questa misura, alle imprese viene anticipato un contributo del 70% dell’importo che verrà chiesto a rimborso (il saldo viene erogato a consuntivo). L‘utilizzo del fondo può essere alternativo alla cassa integrazione e utilizzato anche per promuovere processi di mobilità e ricollocazione in altre aziende. I numeri parlano di una iniziativa di successo: a metà maggio 2021 le domande presentate hanno superato la soglia di 2 mila. I lavoratori coinvolti sono quasi 154 mila, per il 70% appartenenti a imprese con più di 250 addetti. Emerge una netta prevalenza del nord Italia con oltre 100 mila lavoratori coinvolti. Ad oggi i corsi attivati riguardano principalmente il business english e le lingue in genere, le nuove tecnologie, la comunicazione e la gestione del lavoro di squadra in smart working.
“L’aspetto interessante di queste agevolazioni è la possibilità di attivare contemporaneamente entrambe le tipologie, fondi interprofessionali e fondo nuove competenze, ottenendo il massimo in termini di formazione sia per operai o impiegati sia per dirigenti e soprattutto una formazione completamente gratuita per l’azienda. In più si otterrà una copertura totale dei costi poiché il fondo nuove competenze rimborsa il costo del lavoro per le ore di formazione in cui i lavoratori sono coinvolti mentre i Fondi interprofessionali quelli relativi a tutte le fasi di gestione dei corsi, incluse naturalmente le docenze”, commenta Stern.
I professionisti di Nexumstp affiancano le imprese nell’ambito della formazione finanziata per il reperimento di fondi e l’analisi delle esigenze formative. Tra quelli con cui Nexumstp collabora, ad esempio, vi è FonARCom il Fondo interprofessionale che finanzia la formazione continua di lavoratori e dirigenti delle imprese e per cui Nexumstp è un soggetto proponente per la presentazione di piani formativi comuni per Sistemi di imprese (SDI). Grazie a questo strumento, raggruppamenti di aziende, tramite un soggetto mandatario (ad esempio Nexumstp appunto) hanno l’opportunità di intraprendere percorsi formativi nelle aree dell’internazionalizzazione, dell’adeguamento delle competenze e della sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, sfruttando importanti sinerge.