28 Febbraio 2017
Prendersi cura dell’orto fa bene a chi soffre di Alzheimer

28 febbraio 2017 – Lo dicono le esperienze internazionali, in particolari inglesi e americane e i risultati delle attività realizzate in diversi centri specializzati e ospedali degli Stati Uniti. Lo conferma la neuropsicologa responsabile del Nucleo Alzheimer del centro polifunzionale Villaggio Amico, che si trova alle porte di Milano.

 

“L’Horticultural Therapy, cioè la cura dell’orto, può essere annoverata tra le terapie non farmacologiche che donano benessere psico-fisico ai malati di Alzheimer. 

L’hanno capito bene negli Stati Uniti, dove questa terapia alternativa viene praticata, da circa quarant’anni, in centri specializzati e nei reparti di ospedali di fama internazionale come l’Ospedale universitario di New York, sede anche di corsi per studenti, dove si insegna tale metodo.

 

Nella demenza mantenere l’autonomia della persona più a lungo possibile è un obiettivo primario e la cura delle piante raggiunge questo scopo, perché l’attività cognitiva viene stimolata, in particolare l’attenzione e la capacità di pianificare le azioni. I benefici di questa pratica non finiscono qui: si va ad agire sulla “sick building sindrome” o disturbo da ambiente chiuso, che spesso è presente in coloro che, per motivi di cura, di sicurezza o di instabilità motoria, trascorrono la quotidianità in un luogo con pochi spazi aperti.

 

Fondamentale, soprattutto durante quelli che sono i primi stadi della malattia, è stimolare la motricità fine e l’orto-terapia è una pratica vincente per questo obiettivo. Ma non vengono stimolati solo gli aspetti cognitivi e motori: numerose ricerche evidenziano una diminuzione dei disturbi comportamentali e del vagabondaggio, il cosiddetto “wandering”, tra coloro che soffrono di Alzheimer o altro tipo di demenza e che hanno praticato l’orto-terapia. Inoltre, curare le piante risponde a quelli che sono i bisogni emotivi e affettivi dei pazienti.  

 

L’orto-terapia comprende l'attività nel o con il verde, che va dal giardinaggio alla coltivazione di piante e di ortaggi. Effetti positivi possono derivare anche dalla cura di una singola pianta da interno. Questo tipo di attività permettono la stimolazione del tatto, dell'udito, dell’olfatto e della vista. Pensiamo, ad esempio, al benessere psico-fisico derivante dall’osservare alberi e fiori oppure dall’annusare delle specifiche piante aromatiche.

 

Partita in America e Inghilterra, questa terapia della natura ha fatto il giro del mondo: molti sono i giardini progettati in Italia per i malati di Alzheimer dove si riproducono spazi verdi simili a quelli con cui il paziente è stato in contatto nella sua precedente quotidianità. 

 

Anche all’interno di Villaggio Amico – centro polifunzionale alle porte di Milano – sono state messe a punto diverse attività di Horticultural Therapy. Una di queste è il “giardino della memoria”, dove gli ospiti possono stimolare i sensi e rilassarsi. Il giardino è coltivato con piante aromatiche che i pazienti e i familiari possono curare, ad esempio innaffiandole, o di cui possono semplicemente ispirarne gli aromi. L’orto-terapia viene organizzata anche in ambienti esterni al centro, nei quali si può toccare e lavorare il terreno o osservarlo come elemento che dona benessere. Le attività sono svolte sia in rapporto uno a uno operatore e paziente, sia in piccoli gruppi per favorire la socializzazione. Abbiamo notato che le piante hanno stimolato in molti pazienti il desiderio di prendersi cura di un essere vivente da proteggere.”

 

Dr.ssa Loredana Locusta

Psicologa esperta in neuropsicologia clinica e responsabile Nucleo Alzheimer Centro Polifunzionale Villaggio Amico di Gerenzano