14 Ottobre 2025
#RigeneraBoschi: in Emilia-Romagna il 95% degli abitanti vede nelle foreste un alleato chiave contro la crisi climatica

A un anno dall’avvio del progetto di Sorgenia in cinque boschi italiani, tra cui quello di Forlì-Bertinoro, emergono i primi risultati scientifici del monitoraggio degli alberi fatto con i dispositivi Tree Talkers. Una nuova ricerca presentata oggi a Roma indaga inoltre il rapporto degli abitanti della regione con le foreste.
14 ottobre 2025 – Il progetto #RigeneraBoschi di Sorgenia, dedicato alla tutela delle foreste italiane, si arricchisce di nuovi dati grazie alla ricerca “Il rapporto degli italiani con i boschi e le foreste” che indaga la relazione tra gli italiani e il patrimonio forestale. L’indagine è stata commissionata da Sorgenia all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro con la responsabilità scientifica di Giovanni Sanesi, docente di Selvicoltura e Parchi naturali e prodotti non-legnosi del bosco presso il dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta degli Alimenti. I risultati presentati oggi a Roma, presso Palazzo Grazioli, confermano come la sensibilità ambientale degli abitanti della regione sia in crescita e in linea con gli esiti nazionali: i boschi sono percepiti come risorsa chiave nella lotta alla crisi climatica e per la miglior qualità della vita locale.
I risultati della ricerca “Il rapporto degli italiani con i boschi e le foreste”
Lo studio ha coinvolto oltre 2.200 partecipanti adulti di tutte le regioni, nel periodo tra maggio e luglio 2025. Un campione ben bilanciato per genere, età, titolo di studio e distribuzione territoriale. Tra i principali risultati, l’analisi evidenzia che nel territorio emiliano-romagnolo, il 95% dei cittadini identifica le foreste come protagoniste nel contrasto alla crisi climatica; valori analoghi (96%) sono attribuiti alla difesa al dissesto idrogeologico. Ambedue le percentuali sono in linea con le medie nazionali (rispettivamente 94,6% e 96%).
La maggior parte degli italiani pensa che i boschi nella propria regione, in Italia e in Europa siano di più rispetto al dato reale. Sul totale del campione, la sovrastima della copertura boschiva nazionale registrata in Emilia-Romagna è di +5,4 punti percentuali rispetto al valore reale riportato dall’INFC (Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di carbonio) 2015 che indica in poco più 11 milioni di ettari la superficie forestale complessiva, pari al 37% del territorio nazionale. Lo scostamento è in linea con il dato nazionale (+5,5).
Emilia-Romagna: forte esigenza di informazione e numerose fonti
Dalla ricerca emerge una forte domanda locale di informazione e di coinvolgimento diretto nella gestione del patrimonio forestale, segno di una popolazione pronta a sostenere una transizione ecologica fondata anche sulla partecipazione attiva. L’attenzione ai benefici ambientali – dalla prevenzione del dissesto idrogeologico alla salvaguardia della biodiversità – si accompagna a una crescente consapevolezza del valore salutistico e sociale delle aree verdi, che la pandemia ha ulteriormente valorizzato.
L’Emilia-Romagna si distingue per la varietà delle fonti utilizzate dai cittadini per informarsi sulla salute delle foreste, con parchi regionali e associazioni ambientaliste tra i canali preferiti. È una delle regioni con il numero più alto di fonti utilizzate per informarsi. La popolazione locale mostra una particolare predisposizione alla fruizione dei boschi, con picchi di interesse verso pratiche di benessere, esperienze sensoriali e rituali svolti nella natura.
Fruizione del bosco in Emilia-Romagna
È anche una delle regioni in cui è più diffusa la pratica di esplorare il bosco di notte, vissuta almeno una volta dal 39% degli abitanti. L’85,5% degli emiliano-romagnoli esprime una netta preferenza paesaggistica per i boschi, dichiarando di preferire ‘più boschi e meno terreni agricoli’, al di sopra della media nazionale.
Infine, come afferma il professor Giovanni Sanesi: “Lo studio conferma come gli abitanti dell’Emilia-Romagna desiderano boschi più accessibili e ricchi di biodiversità, con sentieri percorribili e soluzioni che mantengano il carattere naturale del territorio, mentre infrastrutture come parcheggi o servizi igienici rimangono una priorità minore. Questo quadro evidenzia la necessità di conciliare gestione forestale, fruibilità e tutela ambientale, con particolare attenzione ad una comunicazione efficace, capillare e multidimensionale rivolta ai cittadini e alle scuole”.
I risultati scientifici del monitoraggio con i Tree Talkers nel bosco di Forlì-Bertinoro
Le attività di educazione ambientale rivolte alle scuole sono uno dei pilastri del progetto #RigeneraBoschi” di Sorgenia che dallo scorso anno studia lo stato di salute di cinque boschi in Italia, individuati con PEFC Italia, tra i quali il bosco di Forlì-Bertinoro dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Forlì-Bertinoro, tramite l’installazione dei dispositivi Tree Talkers.
A livello nazionale, i risultati del progetto #RigeneraBoschi rivelano che gli interventi selvicolturali calibrati rendono gli alberi mediamente più stabili e resistenti al cambiamento climatico. La gestione agirebbe dunque come una medicina preventiva per il bosco. La ricerca, coordinata dal professor Giorgio Vacchiano – docente di Gestione e Pianificazione Forestale presso l’Università degli Studi di Milano – ha permesso di raccogliere in tempo reale dati in oltre 7.000 ore di monitoraggio per ogni sito.
Bosco di Forlì-Bertinoro: alberi in crescita nella parte gestita
Nel bosco di Forlì-Bertinoro due elementi particolari si sono distinti nell’attività di monitoraggio. A Collina di Pondo (FC), dove il diradamento selettivo ha ridotto la competizione tra alberi, i pini neri monitorati mostrano una crescita del diametro del tronco significativamente superiore rispetto all’area non gestita. “È come togliere persone da una stanza sovraffollata: chi rimane respira meglio e ha più spazio per muoversi – spiega il professor Giorgio Vacchiano. – La riduzione della densità arborea non deve far pensare a un impoverimento ma a un rafforzamento strutturale del bosco. Gli alberi rimanenti sviluppano chiome più ampie, sistemi radicali più robusti e una maggiore capacità di resistenza agli eventi estremi”.
Miglior rapporto tra luce e fotosintesi d’estate nel non gestito
Rispetto al rapporto tra luce e fotosintesi, mediamente gestito e non gestito mostrano dinamiche simili. Ma nel primo ambito l’attività fotosintetica tende a essere maggiore in estate, liberando spazio e migliorando le condizioni complessive della pianta. Il bosco di Forlì-Bertinoro rappresenta in questo caso un’eccezione: il non gestito registra un miglior rapporto tra luce e fotosintesi in estate, suggerendo che probabilmente l’eccessiva apertura del bosco nel gestito possa causare stress idrico, mentre l’ombra del non gestito possa mitigare tale condizione.
Il monitoraggio coprirà cicli stagionali pluriennali, integrando i dati dei Tree Talker con misurazioni meteorologiche, analisi del suolo e del contenuto di carbonio. L’espansione della rete di monitoraggio e l’affinamento degli algoritmi di analisi prometteranno di ridefinire il protocollo di ricerca e di approfondire quali sono gli elementi che determinano scostamenti e controtendenza.
Il progetto #RigeneraBoschi ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.