14 Ottobre 2025
#RigeneraBoschi: oltre il 94% degli italiani vede nelle foreste un alleato chiave contro la crisi climatica

Una ricerca condotta dallUniversità degli Studi di Bari in collaborazione con altri atenei

indaga il rapporto degli italiani con i boschi. I dati sono stati presentati a Roma al

convegno

Risorsa forestale, consapevolezza dei cittadini e dati del monitoraggio in alcuni

boschi italiani. I primi risultati del progetto #RigeneraBoschi” organizzato da Sorgenia.

Roma, 14 ottobre 2025 – La stragrande maggioranza della popolazione (94,6%) considera i boschi un

alleato chiave per contrastare il cambiamento climatico. Cresce la sensibilità della popolazione verso temi

come la prevenzione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia della biodiversità, per i quali è considerato

sempre più centrale il ruolo protettivo delle foreste. Gli italiani attribuiscono ai boschi anche una funzione

rilevante per il benessere fisico e psicologico.

È quanto emerge dalla ricerca “Il rapporto degli italiani con i boschi e le foreste” commissionata da

Sorgenia allUniversità degli Studi di Bari Aldo Moro con la responsabilità scientifica di Giovanni Sanesi,

docente del Dipartimento di Scienze del suolo, della Pianta e degli Alimenti. Lo studio è stato

presentato oggi a Roma nel corso di un convegno organizzato da Sorgenia nell’ambito di

#RigeneraBoschi”, un progetto che monitora lo stato di salute di cinque boschi in Italia con il

coordinamento scientifico del Prof. Giorgio Vacchiano dell’Università degli Studi di Milano e propone attività

di educazione ambientale rivolte ai ragazzi.

La ricerca fotografa la percezione delle foreste in Italia e le priorità ambientali degli italiani. Lo studio ha

coinvolto oltre 2.200 partecipanti adulti di tutte le regioni, nel periodo tra maggio e luglio 2025. Un

campione ben bilanciato per genere, età, titolo di studio e distribuzione territoriale.

Il professor Sanesi commenta: “I risultati di questa indagine restituiscono un quadro prezioso e articolato

del rapporto che gli italiani hanno oggi con i boschi e le foreste. Ci sono interessanti spunti di riflessione per

la comunità scientifica e le istituzioni per orientare le politiche di gestione e di educazione ambientale. La

sfida per il futuro, ben disegnata da questa ricerca, è di investire sempre più in informazione e

partecipazione, di valorizzare il ruolo dei boschi come risorsa centrale nella risposta alle urgenze ambientali

e sociali”.

L’amministratore delegato di Sorgenia, Michele De Censi, afferma: “Il nostro obiettivo è unire

innovazione, sostenibilità e ascolto attivo dei cittadini per contribuire alla conoscenza scientifica delle

foreste italiane e del loro utilizzo smart. Vogliamo costruire, insieme a università, enti e comunità locali, un

modello di rigenerazione capace di sostenere la transizione ecologica e contribuire a contrastare gli effetti

della crisi climatica”.

Il gruppo di lavoro che ha realizzato l’indagine, coordinato dal professor Sanesi, è composto da: Antonio

Brunori segretario generale di PEFC Italia; Giuseppe Carrus dell’Università degli studi Roma Tre; Davide

Clemente e Angelo Panno, Università Europea di Roma; Giuseppina Spano, Università Pegaso.

I principali risultati

Sovrastima della copertura boschiva

La maggior parte degli italiani pensa che i boschi nella propria regione, in Italia e in Europa siano di più

rispetto al dato reale. Sul totale del campione, la sovrastima media della copertura boschiva nazionale è di

+5,5 punti percentuali rispetto al valore reale riportato dall’INFC (Inventario Nazionale delle Foreste e dei

serbatoi forestali di carbonio) 2015 che indica in poco più di 11 milioni di ettari la superficie forestale

complessiva, pari al 37% del territorio nazionale. A livello regionale, le differenze più elevate tra realtà e

percezione si registrano in Liguria (+13,8) e Calabria (+13,1), seguite da Basilicata (+9,9), Toscana (+8,2),

Molise (+9,1) e Abruzzo (+7,6).

Considerato che l’83,1% della popolazione italiana vive in ambito urbano mentre il 16,9% in zone rurali o

scarsamente popolate[1], probabilmente chi vive in città ha una percezione falsata sul tema bosco e sulle

sue reali estensioni.

Funzioni protettive in primo piano

Le minacce ai boschi che vengono più frequentemente citate sono gli incendi e l’abbandono di rifiuti, che

superano spesso il 70–80% delle risposte in molte regioni. La causa è probabilmente l’esperienza diretta di

questi eventi, con valori particolarmente elevati in Sardegna, Sicilia, Umbria e Lazio. Seguono la crisi

climatica e la perdita di biodiversità, percepite come importanti soprattutto nelle regioni del Centro-Sud.

Bisogno informativo reale e trasversale

Rispetto alla domanda di informazione sui temi forestali, il 32,4% del campione dichiara di volerne sapere

di più mentre solo il 7,2% si considera già sufficientemente edotto. La richiesta di informazione accessibile

e capillare risulta trasversale in tutti i territori ma in alcune regioni – come Lombardia (18,2% del totale di chi

vorrebbe sapere di più), Piemonte (14,8%), Lazio (9,4%) e Puglia (9,2%) – è più evidente. I temi cui i cittadini

sono maggiormente interessati sono la relazione tra boschi e salute (57,4%), la biodiversità e le aree

protette (60,2%) e come gestire i boschi (53,1%).

Sensibilità verso la crisi climatica e ruolo delle foreste

La stragrande maggioranza dei cittadini italiani (94,6%) considera i boschi un attore importante nella lotta

alla crisi climatica. Il dato nazionale nasconde significative differenze tra le regioni: il dato supera la media

nazionale in Emilia-Romagna e Molise, mentre è inferiore in Sicilia e Valle dAosta. In generale, il

coinvolgimento sul tema è abbastanza omogeneo in gran parte del territorio nazionale.

In crescita domanda di verde e foreste di prossimità

La pandemia ha fatto crescere la domanda di verde accessibile vicino alle città: questo aspetto emerge in

un confronto con lo studio condotto da Carrus nel 2020[2] che ha analizzato le percezioni forestali in un

campione di circa mille cittadini italiani distribuiti in cinque regioni (Trentino-Alto Adige, Piemonte, Lazio,

Molise e Puglia). Rispetto ai dati dell’attuale ricerca, l’aumento più marcato si osserva nell’accresciuta

percezione della rilevanza delle foreste rispetto alla dimensione di salute e di benessere psicologico

(+0,48%). Questo dato riflette chiaramente l’effetto della pandemia e la rinnovata attenzione degli italiani al

valore terapeutico e rigenerativo del contatto con la natura. Oggi i risultati mostrano che il 57,8% del

campione vorrebbe foreste di prossimità, con valori particolarmente elevati nel Sud e in alcune aree interne

del Centro, come Basilicata (69%), Umbria e Molise (entrambe 66,5%).

Inoltre, l’83% degli italiani esprime una netta preferenza paesaggistica per i boschi, dichiarando di

preferire ‘più foreste e meno terreni agricoli’, un dato trasversale che conferma il valore culturale oltre che

ambientale attribuito ai boschi.

Frequenza di visite a bosco e parchi urbani

Il rapporto degli italiani con le foreste e i parchi urbani è tutt’altro che occasionale. Più di tre quarti degli

intervistati (77,8%) frequenta aree verdi urbane o naturali almeno una volta al mese, mentre oltre un terzo

(37,3%) lo fa almeno una volta a settimana. Un gruppo ristretto, ma significativo, pari al 7,4% del campione,

dichiara di andare nel bosco o nei parchi urbani tutti i giorni. Solo l’1,8% dei rispondenti dichiara di non

andare mai in foresta, mentre il 20,4% lo fa “circa 1–2 volte all’anno”.

È marcata l’esigenza da parte delle fasce più giovani (tra 18 e 34 anni) di situazioni naturali comode e

dotate di servizi, al contrario delle persone più mature che preferiscono frequentare aree più isolate e

lontane dalle comodità. Tuttavia, sono i più giovani a ricercare le esperienze più avventurose, come dormire

sotto le stelle o addentrarsi nel bosco di notte.

1 https://www.leurispes.it/aree-interne-e-urbanizzazione-la-rivincita-delle-piccole-citta/

2 Carrus, G., Panno, A., Aragones, J. I., Marchetti, M., Motta, R., Tonon, G., & Sanesi, G. (2020). Public perceptions of forests across

Italy: An exploratory national survey. iForest

Biogeosciences and Forestry, 13(4), 323–328. https://doi.org/10.3832/ifor3394-013

Pratiche e gesti simbolici nei boschi

Il rapporto diretto con le foreste si traduce in comportamenti e ritualità diffuse: il 45,1% degli italiani

dichiara di aver abbracciato almeno una volta un albero, con picchi superiori al 50% in regioni come Umbria(59,2%), Trentino-Alto Adige (57,4%), Calabria (53%), Friuli-Venezia Giulia (52,3%) e Marche (51,9%). Il

56,5% cerca luoghi isolati nel bosco per rilassarsi e meditare. Pratiche come camminare scalzi (18,7%) e

raccogliere cibo (44%) testimoniano una relazione sempre più ricca e multiforme con il patrimonio

naturalistico. In generale, la tendenza a vivere il bosco in modo diretto e corporeo è più diffusa nei territori

montani e nelle aree a minore densità urbana. Solo il 13,8% dichiara di non aver mai messo in pratica

nessuno di questi gesti o rituali. Questi dati confermano il crescente interesse di iniziative di mindfulness e

di immersione nella natura che sono sempre più frequenti sul territorio nazionale.

Il progetto ha ricevuto il patrocinio del Ministero dellAgricoltura, della Sovranità Alimentare e delle

Foreste e del Ministero dellAmbiente e della Sicurezza Energetica.

Cosa vorrebbero gli italiani nei boschi

Nel complesso, emerge che i cittadini italiani esprimono una varietà di desideri riguardo alle caratteristiche

ideali dei boschi. Alcuni aspetti riguardano la funzionalità e l’accessibilità, altri il benessere e la sicurezza,

altri ancora la dimensione ecologica e naturalistica.

Accessibilità e comfort:

La richiesta di sentieri percorribili è la più diffusa (66,6% a livello nazionale),

con picchi nel Lazio (75%) e in Liguria (70%), mentre il Trentino-Alto Adige

mostra un dato più basso (36,2%), segnalando forse un diverso approccio

alla fruizione dei boschi, più legato all’idea di naturalità.

Sicurezza e tranquillità:

L’assenza di animali pericolosi è desiderata dal 17,3% degli intervistati, con

picchi in Sicilia (26%) e Trentino-Alto Adige (23%).

L’assenza di rumore meccanico è richiesta dal 36% del campione, con

punte più alte in Molise (46%) e Umbria (48%), territori in cui il silenzio è

percepito come parte integrante dell’esperienza.

Naturalità e biodiversità:

La ricchezza di biodiversità rappresenta il desiderio più condiviso (65,3%),

con livelli molto alti in Trentino-Alto Adige (85%) e Umbria (76%).

Solitudine e isolamento:

Il desiderio di un bosco senza presenza umana è limitato (9,8% a livello

nazionale), ma più marcata in Liguria (16%) e Friuli (14%), regioni che

offrono ancora aree di wilderness.

Al contrario, in Lazio e Lombardia (intorno al 10%) prevale una visione del

bosco come spazio anche sociale e condiviso.