4 Aprile 2025
Riqualificazione carceri: presentato a Palazzo Marino il progetto ‘Second Chance’

43 tonnellate di prodotti e arredi a rischio spreco donate a strutture detentive del territorio

 

È stato presentato questa mattina a Palazzo Marino il progetto di riqualificazione delle carceri ‘Second Chance’, coordinato dal Comune di Milano e Regusto, prima piattaforma ESG blockchain per la lotta allo spreco. Un progetto di economia civile e circolare che permette il recupero e la distribuzione di prodotti e arredi a rischio spreco donati da aziende del territorio, con un impatto a livello sociale e ambientale. Le strutture beneficiarie delle donazioni sono: San Vittore, Beccaria, Bollate e Opera.

 

Nella prima fase del progetto donate oltre 43 tonnellate di prodotti e arredi ancora utili, per un valore economico stimato di 135.000 € e un impatto ambientale positivo quantificabile in 25 tonnellate di CO2 evitata. Il progetto continua a crescere e invita aziende virtuose a entrare nel network di donazione, recupero e riutilizzo di beni ancora utili. La seconda fase dell’iniziativa prevede un’estensione della rete di aziende ed enti a supporto del recupero e ridistribuzione dei prodotti e l’estensione del progetto ad altre strutture detentive della provincia di Milano e in altre regioni italiane. 

Milano, 4 aprile 2025 – Il progetto ‘Second Chance’ gestisce il recupero e la distribuzione di prodotti e arredi a rischio spreco donati da aziende a strutture detentive del territorio. La donazione di questi beni rappresenta una risorsa per le strutture in termini di miglioramento della qualità dell’ambiente carcerario e della quotidianità delle persone detenute. Il recupero dei prodotti comporta anche un impatto a livello ambientale ed economico per il territorio, con una riduzione delle emissioni di CO2  e costi di stoccaggio e smaltimento risparmiati per le imprese ma anche per la Pubblica Amministrazione, tutti parametri ESG calcolati secondo standard di riferimento internazionali grazie alla piattaforma Regusto.  Le aziende che contribuiscono alle donazioni di prodotti sono oggi Tecnomat, Saipem, L’Oréal Italia e Gruppo UNA. Fondamentale il supporto di Aiutility, associazione non profit che svolge il ruolo di raccolta e distribuzione degli arredi donati.

Alla conferenza sono intervenuti il consigliere comunale Alessandro Giungi e la direttrice del carcere di San Vittore, Elisabetta Palù che hanno commentato così l’iniziativa:

Alessandro Giungi, consigliere comunale e Vicepresidente della Sottocommissione Carceri, commenta: “Il progetto di Regusto, coadiuvato splendidamente da Aiutility, è davvero molto utile. L’idea di coinvolgere grandi realtà quali catene di alberghi e importanti multinazionali nel recuperare prodotti e arredi e mobili per migliorare la qualità della vita nelle carceri è importante a livello sociale, ambientale e culturale. Le carceri devono diventare luoghi in cui trascorrere il periodo di pena in maniera dignitosa e in ambienti che permettano una socializzazione e una vita in un ambiente dotato di arredi e sanitari in buone condizioni. Purtroppo, tale obiettivo è ben lontano dall’essere realizzato dall’Amministrazione Penitenziaria. Ma Second Chance dimostra che non è un’utopia pensare agli istituti di pena come luoghi in cui il privato e il terzo settore possono diventare uno strumento fondamentale per una riqualificazione degli spazi carcerari. In tal senso, trovo che sia molto azzeccato e metaforico il nome che si è voluto dare al progetto: Second Chance. Una seconda possibilità è proprio quello che chiedono le persone detenute, sta alle Istituzioni garantirla, anche con il recupero di oggetti utili a migliorare le condizioni di vita materiale dentro gli istituti.”

Elisabetta Palù – Direttrice del carcere San Vittore, aggiunge:La donazione di beni e arredi alle strutture carcerarie non è solo un gesto di solidarietà, ma rappresenta un’importante forma di partecipazione della comunità esterna al percorso di reinserimento sociale dei detenuti. Questo tipo di iniziativa favorisce un ponte tra il carcere e la società, contribuendo a migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti di pena e trasmettendo un messaggio di attenzione e responsabilità collettiva. Il miglioramento dell’ambiente carcerario incide direttamente sulla qualità della vita dei detenuti, creando uno spazio più dignitoso e funzionale. Questo ha effetti positivi anche sul benessere psicologico, favorendo un clima più sereno e costruttivo, che può supportare i percorsi rieducativi e di riabilitazione. Questa forma di partecipazione della comunità è essenziale per promuovere un modello di giustizia rispondente al dettato dell’art 27 della nostra Costituzione, che attribuisce alla sanzione penale la finalità di favorire il reinserimento sociale dei detenuti, riducendo altresì il rischio di recidiva. Donare al carcere significa, quindi, investire in una società più inclusiva e consapevole, in cui la detenzione non sia un’esperienza di esclusione, ma un’opportunità di cambiamento e crescita.”